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La battaglia di Altopascio

23 settembre 1325. Vittoria dei ghibellini lucchesi e dei loro alleati

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La battaglia di Altopascio fu un evento bellico che ebbe luogo nella piana di Altopascio il 23 settembre 1325 tra le truppe del nobile ghibellino lucchese, Castruccio Castracani degli Antelminelli e le forze guelfe fiorentine guidate dallo spagnolo Ramon (o Raimondo) di Cardona, capitano della guardia pontificia sotto Giovanni XXII.

Dopo aver sottomesso altri centri ghibellini, Castruccio aveva conquistato Pistoia e minacciava la stessa Firenze. Le truppe fiorentine si mossero in forze per attaccare Castruccio ad Altopascio, ma questi, non ritenendosi ancora pronto a dar battaglia e attendendo rinforzi dai Bonacolsi, dai Visconti e da Cangrande della Scala, scelse una tattica dilatoria e si acquartierò presso l'attuale Montecarlo.

Assediata dal Cardona, la piccola guarnigione di Altopascio, formata da 500 uomini, dovette arrendersi alle preponderanti forze nemiche, costituite da 15.000 fanti e 2.500 cavalieri. Queste erano formate in gran parte da mercenari, tra cui francesi, tedeschi e borgognoni; nonostante l'evidente disparità di forze gli altopascesi riuscirono a resistere 26 giorni, dal 3 al 29 agosto 1325. I vincitori, stanziatisi ad Altopascio, subirono notevoli perdite per l'ambiente malsano (il centro era allora circondato da zone paludose, in particolare il padule di Bientina) e per le risse e la corruzione che serpeggiavano tra i soldati. Per questo, il 9 settembre spostò il campo alla Badia Pozzeveri, ma si rese presto conto di aver commesso un errore, in quanto era ancora meno salubre e difendibile.

Nel frattempo Castruccio rinforzò le posizioni di Vivinaia, del Cerruglio (ora Montecarlo) e di Porcari.

Il 21 settembre un manipolo di soldati e braccianti mandati dal Cardona a preparare un nuovo accampamento, nel tentativo di spostarsi verso la più salubre collina di Montecarlo, venne attaccato e distrutto nella zona tra Porcari e Montechiari. Il condottiero guelfo, temendo una caduta di prestigio, si preparò alla reazione schierando le sue truppe nella piana di Altopascio, che gli offriva maggiori vie di fuga.

I soccorsi milanesi tardavano ad arrivare perché Azzo Visconti, nipote di Galeazzo, che era giunto a Lucca, prima di muoversi pretendeva tutta la somma pattuita (riceverà dai lucchesi 25.000 fiorini d'oro per il suo intervento). A detta del Villani, a convincerlo vennero mandate le più belle donne di Lucca, compresa la stessa moglie di Castruccio, Pina dei signori di Corvaia.

Il 23 settembre 1325 Castruccio, con l'aiuto anche dei milanesi di Azzo Visconti, dovette accettare battaglia e affrontò i guelfi in campo aperto. Al primo attacco primeggiarono i fiorentini, ma alla seconda carica di cavalleria non ressero il contrattacco e furono ridotti allo sbaraglio; i fanti fiorentini vennero travolti dai propri cavalieri in ritirata a rotta di collo (lo stesso Cardona fuggì), mentre la cavalleria lucchese tagliava tutte le vie di fuga.

Per Castruccio fu una vittoria strepitosa: i ghibellini riconquistarono Altopascio e diversi altri borghi e tutti i guelfi, compreso il Cardona, vennero fatti prigionieri.

Il 29 settembre anche Signa cadde e il 2 ottobre Castruccio si spinse a Peretola. Venne fatto duca di Toscana dall'imperatore Lodovico il Bavaro, e l'11 novembre (giorno di san Martino) la città di Lucca gli dedicò un trionfo in stile romano, in cui venne mostrato anche il Carroccio conquistato ai fiorentini, con la campana senza battacchio e lo stendardo fiorentino capovolto. Alle porte di Firenze Castruccio fece correre, per scherno, tre palii, uno di cavalieri, il secondo di persone a piedi e il terzo di prostitute. Inoltre, per celebrare la vittoria, coniò una moneta che fu chiamata castruccino.

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