C'è un intreccio amoroso alla base dell'aggressione avvenuta venerdì sera ai danni di Rossano Barsotti, l'autotrasportatore 44enne di Sant'Anna, trovato privo di conoscenza nel parcheggio della ex Casina Rossa.
L'uomo, separato dalla moglie con cui ha avuto due figli, un maschio ed una femmina, da circa un anno aveva infatti instaurato una nuova relazione con una donna presentatagli proprio da quello che gli inquirenti ritengono essere l'autore dell'aggressione, S.A., lucchese, operaio, classe 1975.
S.A. era il compagno della donna con cui Barsotti aveva iniziato a frequentarsi di nascosto.
Stanco del dover celare la sua relazione amorosa, Barsotti aveva dato un aut aut alla donna: “o lasci S.A., o smettiamo di vederci”.
Lei però non se l'era sentita di chiudere con l'attuale compagno e così Barsotti ha deciso, non solo di interrompere la sua relazione clandestina, ma anche di confessarla proprio ad S.A.
Venerdì sera la donna ha chiamato Barsotti, che si trovava a casa del vicino per guardare la partita dell'Italia e, con la scusa di dovergli parlare, gli ha dato appuntamento poco dopo al parcheggio della piscina di Ponte San Pietro.
Barsotti si è così congedato dal vicino confidandogli dove stava andando ed ha anche telefonato alla figlia, che avrebbe dovuto andare a prendere a casa della ex-moglie alla fine del match, comunicandole che non sarebbe potuto andare proprio perché la donna gli aveva chiesto di incontrarsi con urgenza.
All'appuntamento però, assieme alla donna, si è presentato S.A. e, probabilmente, anche un terzo uomo.
Qui, intorno alle ore 21:00 di venerdì, è avvenuto il violento pestaggio di cui Barsotti è rimasto vittima.
Solo il mattino seguente un addetto della piscina ha rinvenuto la vittima, accasciata al suolo in una pozza di sangue.
Sul posto sono immediatamente intervenuti il 118 e i carabinieri di Nozzano, che hanno però necessitato di alcune ore per risalire all'anagrafica dell'aggredito in quanto questo, privo di coscienza, non aveva indosso né documenti, né telefono cellulare.
Una volta riusciti ad identificarlo in Rossano Barsotti, i militari hanno contattato la famiglia e proprio le dichiarazioni della figlia e del vicino hanno fornito loro un pista per le indagini.
S.A. e la sua compagna sono stati immediatamente invitati a presentarsi in Caserma dove, dopo alcune ore di interrogatorio, incastrati anche dalle ancora evidenti ferite che S.A. aveva sulle mani, hanno confessato.
S.A. voleva vendicarsi del tradimento e così aveva costretto la compagna a fare quella telefonata in cui la donna dava appuntamento a Barsotti proprio per sorprenderlo da solo in un luogo appartato.
Il violento pestaggio, che ha procurato alla vittima lesioni gravissime - una mascella rotta, orbite oculari compromesse, una frattura scomposta ed una emorragia celebrale – costerà ad S.A. il doversi difendere dalla pesante accusa di tentato omicidio.