“… E Ilaria, solo Ilaria…”. Ancora un tutto esaurito in San Francesco, per la serata dedicata a Ilaria del Carretto. Un evento che si annuncia ricco di elementi suggestivi: il monologo “Ilaria, la bellezza che vive”, presentato dall’attrice e autrice Elisabetta Salvatori; la proiezione del documentario “Il sonno di Ilaria” di Maurizio Bernardi e l’intervento di Silvano Vinceti, conosciuto dal grande pubblico sia come autore di programmi culturali Rai, sia come “art detective”. Vinceti, infatti, nel recente passato ha contribuito a svelare alcuni misteri mai risolti dalla storiografia ufficiale e da alcuni anni è sulle tracce della Gioconda, alla ricerca delle spoglie della donna che posò per Leonardo per il suo celebre ritratto. Un tema d’attualità, a Lucca, da quando nel corso degli scavi archeologici compiuti in occasione del restauro del San Francesco sono stati rinvenuti i resti mortali attribuiti alle mogli di Paolo Guinigi, tra cui Ilaria del Carretto.
Vinceti è sicuramente un personaggio discusso, uno studioso sui generis, con una precisa e originale idea di ricerca e di divulgazione, che si muove in un mondo tanto affascinante quanto privo di certezze assolute: quello dell’indagine storica e storico-artistica.
Vinceti ha conosciuto la ribalta grazie al rinvenimento delle spoglie mortali del Caravaggio a Porto Ercole, dove il tormentato pittore lombardo morì nel 1610. Recentemente il suo nome si è legato principalmente a quello di Leonardo da Vinci e del suo più noto capolavoro, la Gioconda, e ovviamente il confronto con la tela più enigmatica e discussa della storia dell’arte è stato inevitabilmente seguito dall’accendersi dei riflettori e dal “classico” sollevarsi di un “polverone”.
Il credito dato a Vinceti da molte istituzioni, tra cui la Provincia di Firenze e il Comune di Monte Argentario è collegato alla professionalità della vasta equipe di cui si avvale per condurre le proprie indagini e certamente alla sua capacità di valorizzare il nostro patrimonio proponendo una prospettiva diversa, ancorata alle necessità della scienza ma aperta a nuovi modi di divulgazione.
“Stuzzicare la curiosità dei giovani attraverso ricerche avventurose e reperti antichi è un propulsore in più per fare in modo che si appassionino allo studio e imparino a sfogliare i testi scolastici con occhi diversi” dice Vinceti, suggerendo una strada alternativa alla disperata operazione di salvataggio del patrimonio italiano.