Riqualificazione ex Officine Lenzi affidata agli studenti del Masp

Tommaso Giusti
26/10/2013
Territorio
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Le ex Officine Lenzi e, più precisamente, la loro riqualificazione e riconversione, saranno l'oggetto dei laboratori della tredicesima edizione del Masp, il Master post-universitario per “Il progetto dello Spazio Pubblico”.

Nella conferenza stampa svoltasi questa mattina a Palazzo Orsetti, sono intervenuti il sindaco, Alessandro Tambellini, l’assessore all’Urbanistica Serena Mammini, l’amministratore unico di Celsius Vittorio Armani, il responsabile della Comunicazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Marcello Petrozziello, il direttore scientifico del Master Pietro Carlo Pellegrini, e Marco e Valter Severini, rappresentanti della società Seven SpA, società proprietaria delle ex Officine Lenzi.

"Siamo molto soddisfatti di poter presentare questo Master nei locali del comune – ha affermato il sindacoperché ancora una volta si riconferma la vocazione di questa amministrazione ad avviare un lungo percorso volto alla riqualificazione e al riuso degli spazi abbandonati presenti in città, nel centro storico così come fuori dalle Mura. Sono tanti i luoghi su cui il comune dovrà sviluppare progetti per tracciare il futuro della città, per trasformare Lucca in una città ideale. Basti pensare al Molino Pardini, alla ex Cantoni, alla Manifattura, al Pastificio Mennucci, ed alla lunga lista di stabilimenti ormai in disuso sparsi sul territorio lucchese”

“Da cittadina, prima che assessore - esordisce la Mammini -, confesso di esser stata per molti anni contraria al progetto di riqualificazione presentato in passato da Paolo Portoghesi. Vorrei che la parola Urbanistica assumesse oggi un diverso significato; finora è sempre stata, purtroppo, sinonimo di cementificazione e di, passatemi la parola, brutto; oggi dovrebbe invece trovare un più ampio significato da collocarsi al centro di progetti mirati al complessivo miglioramento della qualità di vita di una città.
Sulle Ex Officine Lenzi – prosegue l'assessore - credo che si possa giocare un futuro importante per lo sviluppo della zona sud di Lucca, visto e considerato che questa area ricopre un ruolo strategico, di cerniera con il centro e molto vicina anche al Polo Fiere. Questo Master, inoltre, è di stringente attualità e riveste un'opportunità importante alla vigilia della stesura del nuovo piano strutturale”.

Fare in modo che il Masp diventi uno strumento utile per gli enti pubblici e non resti pura teoria: su questo sono tutti d'accordo, Fondazione Crl, Celsius, comune e il direttore scientifico del corso di perfezionamento, l'architetto Pietro Carlo Pellegrini.

"Questo è un Master insolito nel panorama nazionale – ha spiegato Pellegrininon esistono in Italia altri corsi di perfezionamento così consolidati. Nel corso degli anni abbiamo preso in considerazione aree importanti del centro storico, a partire dal Mercato del Carmine. Il nostro obiettivo è quello di creare un sistema di confronto e di scambio per far crescere la città: i progetti elaborati durante il Masp non necessariamente devono essere adottati dall'amministrazione, ma possono rappresentare uno spunto utile su cui lavorare".

Le Ex Officine Lenzi, che hanno rappresentato uno dei polmoni produttivi della città, hanno una destinazione d'uso, al 70 per cento, turistico ricettiva e di servizio pubblico e, al 15 per cento, residenziale. Gli studenti, però, durante il Master, sperimenteranno anche la possibilità di rivedere la destinazione degli spazi secondo le esigenze e i canoni attuali. "Il nostro obiettivo – hanno specificato i proprietari di Seven Spa, Marco e Walter Severiniè quello di trasformare le Officine in un'area viva a servizio del quartiere e della città. Vorremo arrivare ad un progetto che crei benessere per Lucca, un progetto utile, buono per Lucca".

Il corso di perfezionamento è aperto a 25 laureati provenienti dalle Facoltà di Architettura e di Ingegneria, che svolgono la libera professione, o impiegati negli uffici tecnici della pubblica amministrazione, in una prospettiva formativa che coniuga l'alto profilo teorico dei contributi didattici con momenti operativi.
Nel corso degli anni, il Master si è occupato dell’area della stazione di Lucca; dell’area del Chiostro della Cattedrale; dei percorsi all’interno della città di Lucca; della risistemazione di Piazza S. Salvatore e di Corso Garibaldi, dell’area del Mercato del Carmine, della riconversione urbana della collina La Torretta” di Porcari e del Mercato Ortofrutticolo di Marlia, della zona dell’attuale Ospedale Campo di Marte; della riconversione dello stabile dell’ex Manifattura Tabacchi, dell’ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano.

Il Master è promosso da FLAFR, Fondazione Lucchese per l’alta formazione e la ricerca in collaborazione con l’Università di Pisa ed il supporto organizzativo di Celsius, società lucchese per la formazione e gli studi universitari. Partner di questa edizione sarà dunque la società Seven SpA, società fondata nel 1980 con lo scopo di acquistare l’area in disuso delle ex Officine Lenzi.

Masp 2013

Le domande scadono il 15 novembre, mentre i corsi iniziano il 5 dicembre 2013. Il costo complessivo del Masp è di 3.000 euro. Sono previste borse di studio.
Alle lezioni teoriche si affiancheranno workshop e seminari cui prenderanno parte esperti nazionali ed internazionali su specifici argomenti di particolare interesse per il progetto al centro dell’analisi e dello studio degli allievi del corso.
Alla fine del Master i vari progetti prodotti verranno sottoposti al giudizio della giuria e premiati durante una mostra aperta alla città di Lucca il cui allestimento costituisce ulteriore tema progettuale

Il Progetto di riqualificazion e riconversione delle ex Officine Lenzi

Seven S.p.A, fondata nel 1980 con lo scopo di acquistare l’area in disuso delle ex officine Lenzi, vuole garantire un progetto di qualità attraverso uno studio fatto da professionisti, architetti, esperti geologi. L’obiettivo è di sviluppare un’area che rispetti i valori di eco-sostenibilità sociale, ambientale ed economica; creare un giardino pubblico e nuovi collegamenti da San Concordio alla città. Il  progetto nasce dalla volontà di valorizzare un’area industriale dismessa caratterizzata da un’importante destinazione urbanistica del Piano Regolatore Generale del comune di Lucca e una posizione strategica sul territorio.
Il buon vivere sostenibile si concretizza nella realizzazione di servizi multifunzionali e di prossimità per il territorio, come un centro per attività commerciali e artigianali, uffici pubblici, centro sportivo,  museo e spazi d’incontro per l’arte e per la musica e spazi verdi, per creare comunità e senso di appartenenza. Con l’aggiunta di alcuni servizi complementari di frequente utilizzo (parcheggio coperto, ristorante, bar, edicola tabacchi, spazi ricettivi e di intrattenimento). La presenza di un Condo Hotel con area congressuale potrebbe rendere inoltre il complesso particolarmente gradevole all’indotto del turismo.
La proposta di recupero delle officine Lenzi è stata approvata nel 2007 con il progetto Portoghesi.

L’ex complesso industriale di S Concordio

Le officine Lenzi fanno parte di un ampio complesso industriale di aree dismesse del quartiere di S.Concordio di rilevanza storica: Ex oleificio Borella, ex Filanda Viani (antico Porto Fluviale della Formica) per l’area Lenzi-Gesam-Filanda-via Formica-Chiariti, Pulia” (ex Safill, Mercato ortofrutticolo, depositi manifattura tabacchi).

La storia delle Officine Lenzi

Le Officine Lenzi, benché da tempo dismesse, sono ancora oggi un significativo segno dell’industria nel tessuto urbano, che ha generato per 50 anni fino a circa 400 posti di lavoro e una produzione di carpenteria pesante (realizzazione di grandi opere) di notevole rilievo internazionale. Per l’economia lucchese rappresentava un realtà produttiva molto importante. Inoltre molte erano le manifestazioni sociali a favore delle famiglie che avvenivano all’interno della fabbrica.
Le Officine meccaniche Lenzi vengono costituite l’8 giugno del 1922. La struttura occupava una superficie di quasi 20.000 mq. Lo stabilimento si trovava appena fuori le mura di Lucca,  tra  la linea ferroviaria e la via Guidiccioni, una delle strade centrali del quartiere di S.Concordio. La fabbrica, situata in prossimità della Stazione ferroviaria, era servita da due binari di raccordo, tuttora esistenti. Questo collegamento rendeva agevole il ricevimento e la spedizione dei prodotti.
Negli anni del fascismo le Officine Lenzi furono in parte riconvertite a produzioni belliche (blindatura degli automezzi).  La presenza di questa fabbrica, assieme a quella della Stazione ferroviaria, fu additata come una delle cause dei bombardamenti alleati che colpirono S.Concordio nel 1944, provocando la morte di 24 civili. I bombardamenti iniziarono il 6 gennaio, distruggendo  gli impianti  e  radendo al suolo le costruzioni.
Nel Settembre del 1944, quando Lucca fu liberata,  la ricostruzione post-bellica diede nuovo impulso allo sviluppo della fabbrica, con nuove produzioni orientate anche alla carpenteria più leggera. Verso la fine del 1945 lo stabilimento era nuovamente in piena efficienza e successivamente nel 1947 ci fu un ampliamento: fu costruito un nuovo reparto di 3000 mq dedicato ai vagoni ferroviari ed inoltre fu raggiunto un alto grado di specializzazione nella carpenteria pesante.
Negli anni ’50 allo Stabilimento di S. Concordio si aggiunsero altre due succursali:
- la prima mediante l’acquisizione della fonderia Maestrina a Trento, poi trasformata in officina meccanica occupata nel area della regolazione delle acque, che si inserì tra i più importanti costruttori italiani, collaborando con le maggiori società europee del settore acciaio;
-  la seconda mediante la creazione nel ‘55 di una nuova fabbrica a Catania, che fu chiamata “Costruzioni metalliche siciliane” (dapprima S.p.a. e poi trasformata in S.a.s.)
Nel 1956 fu acquistata anche la Fonderia Magni, rinomata fabbrica di campane Lucchese crescendo tutto attorno, occupando quasi interamente l’isolato di via Guidiccioni.

Il declino

Dopo il 1965 iniziarono le prime difficoltà dovute sia agli aspri conflitti sindacali dell’epoca che alla scarsa redditività dei lavori acquisiti, a seguito della concorrenza da parte di aziende a larga partecipazione statale, allora più attente alle politiche dell’occupazione che a quelle del profitto.
Il 9 dicembre del 1966 ci fu il primo sciopero per divergenze sul trattamento del “cottimo”, questo segnò l’inizio di un lungo periodo di crisi che porterà a licenziamenti, ad altri scioperi, con conseguenti ritardi nella produzione dei lavori e multe da pagare per non avere rispettato i termini di consegna richiesti dai clienti.
Questo provocò il ricorso alla cassa integrazione guadagni per la sospensione a zero di 27 dipendenti. L’azienda dovette ridurre l’orario di lavoro a tre giorni settimanali per tutto il personale dipendente e fu preannunciato un ulteriore licenziamento di altre 50 unità.
Nel 1967 per scongiurare ulteriori provvedimenti fu chiesto aiuto all’Amministrazione Comunale e al ministero dell’industria  per ottenere congrue commesse di lavoro, onde rimediare all’incresciosa situazione dei licenziamenti.
Fu anche richiesto un aiuto finanziario al Ministero ma questo non fu accolto e nel 1969, in piena crisi anche per molte altre aziende, la società fu ammessa alla procedura di amministrazione controllata; un anno dopo si tentò ancora di salvare la fabbrica con aumenti di capitale e vari cambi di denominazione.
In questo periodo l’opificio impiegava ancora più di 200 operai, però, la crisi si riprese drammatica agli inizi del 1974 con il periodo di depressione economica generale e nonostante i tentativi fatti nel giugno del 1974 la società  chiese al Tribunale di Lucca di essere nuovamente ammessa alla procedura di amministrazione controllata.
Dopo un anno, grazie all’ingresso di un nuovo gruppo finanziario, le problematiche parvero superate, tuttavia, tali misure non riuscirono, ad arginare la crisi aziendale che culminò con l’occupazione della fabbrica da parte degli operai. Si giunse alla dichiarazione di fallimento con sentenza del Tribunale di Lucca del 29 agosto 1975. Dopo la chiusura seguì un periodo di occupazione fino all’ottobre 1976, dove,  i muri esterni delle officine furono decorati con immagini del movimento operaio di quegli anni.
Negli anni successivi il sindacato, nonostante il fallimento, continua a sperare nella ripresa della attività in quanto funzionale alla “ripresa economica” e chiede l'inserimento della Lenzi nel sistema delle “Partecipazioni Statali”.
Nel 1980  dopo aver acquistato le ex Officine Lenzi,  Seven Spa, ha sempre espresso l’intenzione di procedere al restauro delle opere e delle Officine Lenzi stesse mediante un progetto condiviso con il quartiere di S.Concordio e il comune di Lucca.

I  Murales

I murales delle officine Lenzi vennero ideati durante gli anni della contestazione sindacale, come “protezione” per le pareti esterne dell’edificio, quelle  rivolte verso  via Guidiccioni, ed utilizzati per comunicare alle persone i contenuti della lotta contro l’oppressione.  Un gruppo di artisti lucchesi progettò nel 1975 di coprire con immagini tutti i dodici riquadri delle pareti.  Il progetto vide alla fine l’effettivo contributo di pochi pittori rispetto ai molti  coinvolti all’inizio.  Venne inoltre inventata una lotteria per aiutare gli operai delle officine,  nella quale i giovani pittori offrivano i quadri a 100 lire.
I murales realizzati dal “braccio artistico del sindacato” ebbero eco sui quotidiani nazionali, tra i quali L’Unità.   Anche una pubblicazione della Germania Est (ex CCCP) ha usato i murales per parlare di Lucca
Attualmente i primi due murales, quelli realizzati da Pier Luigi Puccini e Maria Stuarda Varetti, sono male conservati.  Scolorito e andato distrutto negli anni ottanta  il terzo riquadro, opera di Mauro Lovi, sulla destra.
La Seven si è occupata di restaurare gli affreschi  ancora recuperabili. Lo stacco dei murales è stato realizzato da Alessandra Puntoni, restauratrice accreditata da tempo presso alcune maggiori soprintendenze artistiche e architettoniche come Pisa, Genova e Roma.

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