Nella mattinata di giovedì 14 novembre, un'auto ha avvicinato la chiesa di San Donato. Dal veicolo è scesa una donna che ha lanciato una molotov all'interno dell'edificio consacrato, e poi è fuggita. (QUI l'articolo).
Grazie ad alcuni testimoni, e ad una totale sinergia tra le forze dei Carabinieri sparse sul territorio, mezz'ora dopo, la responsabile era già in manette.
Barbara A. D. 52 anni, residente a S. Andrea di Compito ma domiciliata a Buti. Queste le generalità della responsabile dell'attentato incendiario ai danni della Chiesa di San Donato. Ex infermiera ferrista dell'ASL, sollevata dall'incarico per motivi psicologico-psichiatrici.
La mattinata è cominciata normalmente. Come ogni mattina, il Sacerdote ha aperto le porte per permettere l'accesso ai fedeli, e poi si è allontanato per incontrare l'Arcivescovo.
All'interno dell'edificio vi erano 6 o 7 sagrestane che stavano pulendo l'interno della chiesa. I residenti della zona sono molto affezionati sia al proprio parroco che alla loro chiesetta, e quanto appena descritto è normale routine quasi ogni giorno.
Intorno alle ore 10.30, un'auto, una Fiat Panda rossa, si è fermata poco distante dall'ingresso.
Da qui in poi, segue la ricostruzione dei Carabinieri:
Una donna è scesa dal veicolo, impugnando una bottiglia di vetro piena di liquido infiammabile. Giunta di fronte all'entrata si è bloccata, facendo ben attenzione a restare leggermente decentrata rispetto alla porta, cosicché risultasse nascosta a chi si trovava all'interno. Una volta lì, ha acceso lo straccio inserito nella molotov e poi ha scagliato la bomba incendiaria dentro la chiesa.
Nel gesto di lanciare la bottiglia, però, è accaduta una cosa che ha permesso ai Carabinieri di restringere la cerchia dei sospetti, inchiodando la colpevole: ha perso un pacchetto di sigarette sigillato, di MS.
Il vetro della bottiglia si è frantumato, il liquido si è sparso e le fiamme sono divampate sul pavimento, sull'anta sinistra del portone d'ingresso e su una panca di legno.
A questo punto diventa fondamentale la dichiarazione di un testimone oculare, rivelatosi "chiave", per le indagini:
Un automobilista che transitava sulla strada, ha visto una donna correre verso una Panda rossa e scappare a tutta velocità, mentre l'ingresso della chiesa era in fiamme.
"Se una persona vede un rogo non si dà alla fuga: chiama 112 o 115" questa l'intuizione del testimone che si è appuntato la targa del veicolo. Poi ha allertato i Carabinieri.
Grazie al "LA", dato dal testimone, sono subito partite le indagini, coordinate dal Capitano Angioni.
La chiamata via radio è stata casualmente ascoltata anche dalla stazione di Pieve di Compito.
Ai militari che hanno udito la comunicazione è suonato un campanello d'allarme. Auto e targa, infatti, appartenevano ad una donna fermata durante normali controlli su strada. Una volta fermata, ai Carabinieri è subito apparsa una persona disturbata ed instabile, infatti le era stata prontamente richiesta una visita straordinaria della patente. La donna è stata identificata con Barbara A. D. domiciliata a Buti.
Inoltre la donna è risultata ricercata dai Carabinieri di Prato perché responsabile di un sinistro stradale con feriti. Dopo aver causato l'incidente, si è data alla fuga.
Tutto ciò è avvenuto in tempi brevissimi, circa 30 minuti.
Una pattuglia che stava perlustrando le zone limitrofe alla Chiesa di San Donato, però, ha avvistato una Panda rossa parcheggiata davanti ad un tabaccaio. Il paraurti, visibilmente ammaccato, e senza piastra della targa anteriore, era indice di un sinistro stradale. Inoltre, la targa (la piastra posteriore era ancora presente) è risultata quella segnalata dal testimone.
I militari sono entrati nel negozio ed hanno trovato la donna che aveva appena acquistato un pacchetto di sigarette: MS.
Con elementi sufficienti ad avvalorare le loro ipotesi, i militari hanno provveduto alla perquisizione del veicolo (dove è stato trovato un coltello) e, successivamente, hanno portato la donna in caserma, in Cortile degli Svizzeri.
Durante l'interrogatorio la donna ha raccontato la sua giornata sino al momento della cattura: ha ammesso di essere andata alla Chiesa di San Donato, ma di averla solamente ammirata dall'esterno, perché ammliata dalla sua bellezza, per poi allontanarsi normalmente.
Non ha confessato tuttavia il reato.
Ora la donna si trova ai domiciliari in attesa dell'udienza che si terrà lunedì 18 novembre.
Le verranno contestati i reati di incendio doloso e porto di armi ingiustificato.
Inoltre, visti i precedenti, verrà anche accusata per aver causato 3 incidenti stradali, con feriti, senza fermarsi, e per lesioni personali aggravate.