La Polizia di Stato ha reso noti i risultati di un articolato progetto investigativo denominato “HOME 2013” - realizzato su tutto il territorio nazionale, nel corso del 2013, dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili - finalizzato a contrastare le bande criminali specializzate nella commissione di rapine e furti in abitazione. Complessivamente, grazie allo svolgimento di numerose operazioni di polizia giudiziaria, sono state arrestate 2563 persone, in quanto ritenute responsabili di gravi reati, riconducibili al fenomeno criminale in questione, tra i quali associazione per delinquere, rapina, ricettazione, porto illegale di armi, furto e lesioni personali. I blitz coordinati dalla Direzione Centrale Anticrimine e condotti, in tutta Italia, dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili, con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine, oltre a consentire l’arresto di oltre 2500 persone, hanno permesso di sequestrare 128 armi da fuoco e di recuperare numerosa refurtiva.
Circa la metà delle persone arrestate o denunciate, in stato di libertà, dal Servizio Centrale Operativo, dalle Squadre Mobili e dagli altri organismi investigativi della Polizia di Stato nell’ambito del progetto HOME 2013 sono stranieri. Tra le organizzazioni criminali di origine straniera specializzate nelle rapine in abitazione spiccano quelle di matrice rumena, albanese e georgiana. In diverse occasioni, è stato rilevato il ruolo di rilievo di alcune donne coinvolte nella realizzazione degli eventi delittuosi in questione. Le indagini, peraltro, hanno consentito di far luce sulle dinamiche criminali di diversi gruppi malavitosi responsabili di rapine in abitazione. In particolare, si è avuta conferma dell’efferatezza delle bande di matrice albanese che, spesso, hanno portato a termine le azioni criminali con l’uso della violenza o delle armi. Uno dei dati più significativi è costituito dalla capillare presenza dei gruppi criminali georgiani che, in alcune occasioni, hanno evidenziato caratteristiche simili a quelle dei clan mafiosi.
Le operazioni anticrimine svolte nell’ambito del progetto HOME 2013 hanno coinvolto numerose province, tra le quali quelle di Cuneo, Alessandria, Lucca, Pistoia, Perugia e Salerno.
Tra le diverse operazioni si segnalano quella dell’ottobre del 2013, nelle province di Lucca, Pisa, Firenze, Livorno, in occasione della quale investigatori della Squadra Mobile di Lucca e del Servizio Centrale Operativo hanno arrestato gli appartenenti ad un’associazione per delinquere finalizzata ai reati di rapina, furto, lesioni personali e porto illegale di armi. Le indagini, avviate in seguito ad una recrudescenza dei reati di natura predatoria in Versilia, hanno consentito di disarticolare un pericoloso sodalizio criminale, composto da cittadini slavi, rumeni e italiani di etnia rom, specializzato nella commissione di rapine e furti in abitazione. Un’altra importante operazione è stata realizzata nel settembre del 2013, nelle province di Salerno e Napoli, allorquando investigatori della Squadra Mobile salernitana e del Servizio Centrale Operativo hanno disarticolato un gruppo criminale composto da cittadini georgiani ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al furto ed alla ricettazione. Gli indagati, ritenuti responsabili di almeno 20 furti perpetrati in Campania, Lazio e Sicilia, entravano nelle abitazioni individuate dopo mirati sopralluoghi utilizzando strumenti di alta precisione per aprire ogni tipo di serratura e disattivare anche i più sofisticati sistemi di allarme. Nel medesimo contesto, peraltro, sono stati sequestrati 40 veicoli utilizzati dalla consorteria malavitosa.
La realizzazione delle numerose operazioni condotte nell’ambito del progetto “HOME 2013” ha visto la sinergica presenza delle diverse strutture dell’apparato anticrimine della Polizia di Stato. In particolare, le Squadre Mobili e le Volanti delle Questure sono state supportate, nelle varie fasi delle attività, dalla Direzione Centrale Anticrimine che ha messo in campo gli investigatori del Servizio Centrale Operativo, gli specialisti del Servizio Polizia Scientifica e gli equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine del Servizio Controllo del Territorio.
Alcune indagini hanno preso avvio dalle segnalazioni di privati cittadini che hanno allertato la Polizia per la presenza di persone o veicoli sospetti in prossimità di villette e abitazioni. L’immediato intervento dei dispositivi di controllo del territorio e investigativi hanno permesso di valorizzare tali indicazioni, consentendo, in più occasioni, l’individuazione dei responsabili di numerosi furti e rapine. Come dimostrano i risultati dell’operazione, particolare attenzione è stata rivolta all’individuazione dei ricettatori e alla ricerca di armi da fuoco.
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La provincia di Lucca dal punto di vista non solo economico ma anche geocriminale è suddivisa in tre s.e.l. (spazi economici locali): il capoluogo e la c.d. piana di Lucca; la Versilia; la Mediavalle-Garfagnana.
Mentre quest’ ultimo territorio, costituito dalla fascia pedemontana e dai rilievi delle Alpi Apuane non presenta, per quel che qui interessa, particolari problematiche, i primi due s.e.l. sono territori a forte antropizzazione, con centri urbani spesso collegati tra loro senza soluzione di continuità che fungono da “vetrina delle occasioni criminali”: sovente le abitazioni sono singole o comunque inserite in contesti poco sorvegliabili dalla comunità dei residenti; i comuni sono dotati di una sorta di centri commerciali naturali, con attività commerciali, creditizie ed artigianali che aumentano le occasioni predatorie. I reati vs. il patrimonio nel nostro circondario hanno la caratteristica di una scarsa “cifra oscura”, ovvero vengono tutti pedissequamente denunciati, e dunque il dato statistico è prossimo a quello reale; ciò avviene perché trattasi di reati giudicati dalle vittime molto invasivi della sfera patrimoniale-affettiva; con la denuncia, a cagione della fiducia riposta nell’ operato delle Forze dell’ Ordine, si spera di recuperare in tutto o in parte la refurtiva; la denuncia alfine viene presentata anche per fini assicurativi. Le numerose indagini della Squadra Mobile hanno dimostrato che i furti in abitazione sono effettuati da bande specializzate di soggetti provenienti dall’ Europa dell’ est, che sovente vengono da fuori provincia sfruttando la estrema mobilità sul territorio e le molteplici vie di comunicazione che vedono questa provincia baricentrica rispetto a quelle della fascia costiera toscana.
Colpiscono di solito all’ imbrunire e fino all’ ora di cena, complici il buio e l’ assenza dei proprietari; sono esperti nello smontare le serrature ed introdursi in casa senza produrre il minimo rumore. Può accadere che se scoperti, fanno violenza ai proprietari per guadagnarsi la fuga, e dunque il reato tecnicamente si trasforma in rapina impropria. Sono episodici i casi in cui si verificano le c.d. “rapine in villa”, allorquando cioè i malviventi si introducono in casa, immobilizzano e percuotono i proprietari e fuggono con denaro e preziosi, atteso che la provincia di Lucca è costellata di numerose abitazioni sovente isolate.
Tra la fine del 2012 e l’ estate del 2013 si sono registrati nella nostra provincia alcuni efferati episodi sussumibili in detta ultima tipologia delittuosa, per cui si è reso necessario adottare una duplice risposta istituzionale: nell’ immediato, con un dispositivo ad “alto impatto” interprovinciale, coordinato dalla Questura di Lucca e cui hanno partecipato anche le Questure di Pisa Livorno Pistoia e Firenze, integrato dal massiccio impiego di Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato; nel medio periodo, con indagini della Squadra Mobile di Lucca (tra cui la Falange Macedone conclusa lo scorso ottobre e che ha consentito di sgominare un clan di serbo-macedoni responsabili di numerose sanguinose rapine in abitazione), citata come operazione di punta nell’ ambito del progetto “Home 2013” (cfr. il già richiamato comunicato stampa dell’ Ufficio Relazioni Esterne del Viminale).
Dopo le catture dei compartecipi, avvenute lo scorso mese di ottobre, si sottolinea che ad oggi non si sono più registrati siffatti eventi nel territorio provinciale. Un utile strumento di contrasto ai reati in genere, ed a quelli predatori nello specifico, si è rivelato alfine il ricorso alle variegate tipologie di misure di prevenzione, la cui adozione per una precisa scelta strategica del Questore Cracovia ha registrato evidenti incrementi percentuali, similmente al controllo del territorio. Nell’ anno in osservazione, come si evince dalle allegate statistiche, a fronte di un aumento esponenziale dei controlli di persone e veicoli, di arresti, di misure di prevenzione i reati in generale e quelli predatori in particolare sono in generale calo, evidentemente a cagione della più efficace rimodulazione degli strumenti di contrasto innanzi delineati dalla Questura.