Viablilità: le osservazioni di Italia Nostra

07/02/2014
Attualità
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La Piana di Lucca vede oggettive problematiche di traffico anche pesante che insiste su un sistema stradale molto esteso, ma inadeguato l’elevato volume di mobilità generatosi a causa di scelte urbanistiche scellerate fatte nella piana lucchese negli ultimi 60 anni. La caotica distrubuzione a spaglio di funzioni residenziali, commerciali e produttive (e soprattutto micro-produttive) è stata conseguenza di  una visione politica clientelare che si prefiggeva di favorire le richieste di ogni piccolo proprietario di lotti terrieri, in una situazione ove la proprietà per motivazioni storiche era ed è estremamente sparsa e ‘spezzettata’, accelerando al contempo l’abbandono agricolo e senza impiantare un conseguente razionale programma viario idoneo alla nuova configurazione e alle nuove funzioni.

La viabilità distributiva interna si è adagiata sulla fitta rete storica interpoderale semplicemente asfaltandola e gli storici assi di attraversamento (strada statale N°12, lo storico rettifilo dello “stradone di Marlia”, oggi Viale Europa….) sono stati trasformati quasi interamente in strade urbane favorendo  fino ad oggi (è proprio cronaca di questi giorni) nuove vere e proprie speculazioni insediative nei terreni limitrofi. Analoga la sorte degli assi radiali verso ovest ed est che escono dal nucleo lucchese.

Il problema della mobilità interna e attraverso la Piana di Lucca oggi necessita di un’opera di razionalizzazione e una programmazione ben più consistente che non uno o due tratti stradali quali quelli in oggetto.  Pertanto si richiede:

1. Un cambiamento sostanziale di strategie urbanistiche azzerando il consumo di nuovo suolo per insediamenti di qualsiasi genere
2. Una razionalizzazione nella distribuzione delle funzioni
3. La limitazione massima possibile del traffico su gomma
4. La promozione e il passaggio alla mobilità su rotaia per il trasporto delle merci e delle persone (tronchetti ferroviari a servizio delle aree industriali  sia nella linea Pisa-Lucca-Garfagnana che nella linea Viareggio-Lucca-Firenze, e raddoppio integrale di questa ultima)
5. Ogni intervento deve essere dovere, obbligo e occasione per tutti per costruire e recuperare PAESAGGIO.

Solo in questa prospettiva, solo in un concreto e contemporaneo programma che comprenda queste cinque operazioni può aver senso, oggi, attuare un integrativo e limitato sistema viario tangenziale, perché, solo con l’attuazione contemporanea di queste, i relativi costi economici e sociali e lo stress ambientale  comunque apportato (anche se è sempre indispensabile limitarlo al massimo) possono  apparire motivati.

OSSERVAZIONI PARTICOLARI
In merito al progetto elaborato dall’ANAS osserviamo quanto segue:

A. Come evidenziato sopra un aspetto primario collegato dell’opera è dato dagli effetti indotti sulle potenzialità edificatorie che un’opera come quella in oggetto, se non gestita in un contestuale revisione urbanistica, trascinerà a seguire dalla sua realizzazione nelle aree alla stessa adiacenti e collegate; ribadiamo che la piana di Lucca è già dotata di un molto esteso sistema viario che ha perso le sue funzioni proprie in virtu’ di urbanizzazioni addensatesi proprio sullo stesso (vizio che ha interessato ogni circonvallazione nuova che sia stata fatta fino ad oggi, quali quelle a sud di Capannori e di Porcari e quella assai recente, ma resa drammatica, di Gallicano o quale l’asse suburbano lucchese ove si sono costruiti centri commerciali attorno prima di realizzarlo, poi, a pezzi con gli oneri di urbanizzazione).
Il nuovo sistema tangenziale DEVE prevedere (pur trattandosi di viabilità ordinaria) l’inedificabilità assoluta di un’ampia ed adeguata fascia dei terreni attraversati su ambegue i lati stradali. Questa indicazione deve già porsi come elemento prescrittivo/vincolante per i piani urbanistici comunali in sede di approvazione dell’opera.

Evidenziamo, ad esempio,  come a fianco della tangenziale siano previsti già dai vigenti strumenti urbanistici insediamenti da cancellare immediatamente:
. in area Antraccoli/Capannori la previsione di una vasta area per servizi/attrezzature relativamente all’asse N/S;
. sull’asse O/E dalla rotonda Antraccoli fino alla rotonda per nuovo ospedale ben due aree adiacenti al nuovo asse (oltre 100mila mq) con elevati indici edificatori; altre aree espansive in località. Mugnano e San Concordio;

B. Il nuovo sistema tangenziale interferisce con un territorio ampiamente urbanizzato che è indispensabile rispettare per cui occorre ridurne al minimo l’impatto. L’ANAS ha proceduto alla progettazione del sistema in modo assai tradizionale senza immaginare e utilizzare le moderne tecniche che favoriscono la diminuzione dell’impatto. Sicuramente non c’è stata la dovuta  forte attenzione al paesaggio circostante con ricorsi a fasce di verde (ad esempio tipiche pioppete) e/o arginature, o terrapieni ai lati dell’intero percorso o con tratti conb carreggiate in trincea o interrati come presso il monumento di Nottolini. Insomma il progetto sembra si sia interessato solo di pendenze e carreggiate e poco del rispetto della vivibilità del territorio attraversato.

Ne chiediamo una revisione globale anche sotto questo aspetto specie nella zona dei laghetti di Lammari.
In dettaglio, poi, si richiede la revisione delle opere previste in viadotto sia nel tratto nord sud che ovest est, laddove per gli attraversamenti dei tratti di ferrovia (loc. San Pietro a Vico per la ferrovia Lucca_Aulla e loc. San Filippo/Pieve S. Paolo per la linea ferroviaria Lucca-Firenze) chiedendo che vengano realizzati con sottopasso/scatolare.

C. Per motivi paesaggistici e di vivibilità ambientale si richiede che ove possibile le squallide barriere fonoassorbenti siano comunque accompagnate sull’esterno da siepi arboree

D. si richiede la rivalutazione dell’idoneità e dell’utilità dell’opera connessa all’opera primaria, denominata “Variante di Massa Macinaia”. Di quest’opera connessa chiediamo la cancellazione, non risultando chiarita nemmeno la sua utilità funzionale.
Questo asse infatti  viene ad intaccare una ampia porzione di Piana rimasta caratterizzata da un tessuto ambientale/agricolo di assoluto valore enfatizzato dalla creazione in adiacenza del sito di interesse comunitario “Padule di Verciano, Prati alle Fontane, Padule delle Monache”, venendo ad alterare fortemente la naturalità delle aree connesse al Sic. Questo arreca un danno inammissibile ad un paesaggio che vede alternanza di aree verdi/agricole/boscate /piani prativi unici nel loro genere in tutta la piana di Lucca e rappresentano un vero e proprio evento paesaggistico da tutelare in toto.

E. In merito agli assi Ovest-Est ed Est/Ovest si rimarca infine la necessità (esposta più volte dalla ns. Associazione anche con osservazioni in fase di redazione dei vari strumenti urbanistici) di privilegiare soluzioni che si sviluppino in adiacenza dell’autostrada A11, evitando di creare tracciati in porzioni di territorio ancora non tagliate da assi infrastrutturali, con la precipua ottica, di cui all’inizio di questa nota, che (non solo per noi) deve stare alla base della futura pianificazione: risparmio di suolo e NO ad ogni frammentazione ulteriore del paesaggio della Piana di Lucca.

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