IdV: "Dimissioni immediate del Presidente del Parco delle Alpi Apuane"

18/02/2014
Attualità
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La Regione Toscana disporrà la chiusura delle cave nel Parco delle Alpi Apuane attraverso il nuovo piano paesaggistico e tuttavia leggiamo anche che Putamorsi, Presidente del Parco delle Alpi Apuane, si oppone per difendere, a suo dire, 1.500 posti di lavoro, il cui numero effettivo è tutt'altro che chiaro.

Tuttavia i parchi vengono istituiti per proteggere i territori e garantire uno sviluppo ecocompatibile: questa è la loro ragione di esistere. Vedere quindi un Presidente del Parco che ostacola la protezione del territorio è proprio una situazione singolare e inaccettabile.

La Legge istitutiva del Parco recita “L’ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali mediante la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali”. Pertanto l'Ente ed il suo Presidente non possono sottrarsi alla tutela dell'ambiente, del paesaggio e del territorio, quindi chiediamo le dimissioni immediate del Presidente, in quanto ha assunto una posizione incompatibile con la stessa legge istitutiva del parco e sta violando pertanto il suo ruolo istituzionale.

Affermiamo quindi la nostra condivisione del Piano paesaggistico riguardo alla chiusura delle cave, anche se riteniamo discutibili altre disposizioni. Qualora venisse confermato, non comprendiamo ad esempio lo stralcio del vincolo paesaggistico al di sopra dei 1.200 metri, cosa che fra l'altro è già contemplata dalla legge Galasso e non vorremmo inoltre che si sottovalutasse l'impatto ambientale devastante dell'escavazione in galleria, a tutela del grande patrimonio idrico, ricchezza irrinunciabile nel cuore delle nostre Alpi.

Ci auguriamo per questo, un inizio immediato della riconversione economica del territorio apuano, all'insegna del turismo sostenibile e della valorizzazione dell'agricoltura e pastorizia di qualità e la chiusura a breve delle prime cave più impattanti, tra cui Focolaccia, Padulello, Biagi, Cervaiole, le cava di Orto di Donna e del Pizzo D' Uccello.
Servono azioni concrete e tempestive, per poter far uscire questo territorio dalla situazione stagnante, in cui è stato portato dall'economia distruttiva della monocoltura del marmo degli ultimi decenni.

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