Si è tenuta oggi a Lucca la presentazione dei candidati toscani per le elezioni europee di Italia dei valori.
I cinque candidati oltre ad esporre quello che è il programma elaborato da IDV in dieci punti, hanno esplicitato quelle che sono le caratteristiche che li contraddistinguono nei loro campi di competenza.
Oltre al segretario regionale del partito Giovanni Fittante imprenditore di Firenze,i candidati sono Roberto Bergamaschi medico veterinario di Siena, Giancarlo Fornei formatore motivazionale di Massa Carrara, Gabriele Bechini consulente per l'energia delle PMI di Massa Carrara, e Marco Fedi ingegnere di Prato.
"L’Europa non è un limite ma una opportunità di sviluppo, che dobbiamo imparare a cogliere, cosa che invece finora non siamo riusciti a fare in modo efficace. Per questo serve una nostra rappresentanza forte e compatta, ma soprattutto capace di esprimere idee e contenuti importanti e far sentire la propria voce, per cercare di indirizzare la politica comunitaria. Vogliamo portare in Europa i nostri Valori, che sono da sempre ispirati alla tutela dei diritti del cittadino, alla salvaguardia del bene comune, alla lotta all’illegalità e alla corruzione. Ma anche ad uno sviluppo sostenibile, quello di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno, avviando progetti di reindustrializzazione e allo stesso tempo salvaguardando l’ambiente e la salute pubblica. Cosa che è possibile se si innalza la qualità dei progetti. Così come bisogna creare nuovi posti di lavoro facendo ricorso proprio ai Fondi Europei a disposizione."
QUESTI I 10 PUNTI PROPOSTI:
L’Italia dei Valori intende lavorare per un'Europa che rappresenti una opportunità di crescita, di progresso, una reale apertura dei confini politici, economici e sociali e non una chiusura dietro le barricate dei conti in regola e le minacce per chi non rientra in parametri da recessione. Un'Europa coraggiosa e moderna, che non abbia paura di investire e creda nelle proprie possibilità di giocare un ruolo decisivo nello scenario mondiale.
Per questo riteniamo fondamentale portare avanti un programma snello, fatto di pochi punti su cui trovare la più ampia convergenza e in base ai quali governare con tutte le forze disponibili.
1. Rilancio dell'occupazione, creando le condizioni per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro anche attraverso la defiscalizzazione, soprattutto per la piccola impresa.
2. Revisione del Patto di stabilità, che di fatto sta determinando una forte contrazione degli investimenti e un impoverimento complessivo dell'Europa.
3. Finanziamenti per le produzioni agricole locali e incentivi per le nuove attività, per sostenere un settore fondamentale in un contesto di economia sociale, valorizzando le filiere e tutelando i prodotti di qualità.
4. Emissione delle E-bond, cioè le euro-obbligazioni, per consentire ai vari Paesi di finanziare i processi di sviluppo, sotto il controllo della Banca Centrale.
5. Garanzia di assistenza sanitaria e servizi essenziali. Evitando che tra le vittime della spending review finiscano anche settori strategici come la salute, l'assistenza sociale, la scuola, che costituiscono il fondamento dell'Europa.
6. Europa verde. Garanzia di sostenibilità per tutti i progetti di sviluppo industriale, con l'obbligo di ridurre progressivamente l'emissione di sostanze inquinanti nell'aria e nelle acque e la definizione di parametri comuni a tutti i Paesi della UE.
7. Europa delle uguaglianze. Garantire il rispetto dell'identità e la dignità della persona. La libera circolazione delle idee e salvaguardare la libertà dei beni collettivi, come l'acqua, evitando speculazioni che ne limitino il possesso. Garantire il libero spostamento e ai giovani europei meritevoli offrire la possibilità di percorsi di studi anche in Paesi diversi da quello d'origine.
8. No agli sprechi della politica. Individuare parametri di remunerazione comuni per i rappresentanti politici eletti dai singoli Paesi, rivedendone il numero, ed evitare le spese superflue riducendo il numero delle sedi e quanto altro incide sul bilancio di gestione.
9. Una giustizia giusta per l'Europa. Troppo spesso si assiste a casi in cui le giurisprudenze dei vari paesi i trovano in conflitto. L'Europa unita deve necessariamente passare attraverso un processo di uniformazione anche in termini di giustizia, per evitare che paesi forti possano soverchiare con l’aiuto delle leggi paesi in cui la difesa del cittadino è inferiore.
10. La famiglia cuore dell'Europa. La famiglia deve rimanere il cardine delle politiche economiche e sociali dell'Europa, intesa come aggregazione di base, portatrice di valori e identità. E' necessario garantire ad essa la possibilità di sviluppo all'interno del contesto sociale, verificando che ci sia il possesso dei mezzi necessari di sopravvivenza e adoperandosi per potenziare i servizi.