Si è conclusa con 9 arresti la lunga indagine, denominata dai Carabinieri di Lucca “Bush Pusher”, che ha visto i militari impegnati per oltre un anno in una operazione finalizzata a contrastare il crescente fenomeno dello spaccio di eroina.
Tutto inizia nel maggio del 2013, quando alcuni cittadini, residenti nella frazione di Castiglioncello, segnalano alle forze dell'ordine strani movimenti nell'area boschiva (da qui il nome dell'operazione, Boscaglia: in inglese “Bush”) adiacente al cimitero.
Il personale del N.O.R.M (Nucleo Operativo e Radiomobile) predispone un'intensa attività di controllo dell'area con apposti servizi di osservazione e, in breve tempo, riscontra che effettivamente la zona in questione è meta di “pellegrinaggio” di italiani e stranieri, assuntori di sostanze stupefacenti. Saranno oltre 200 le persone che, nel corso dell'indagine, verranno viste approvvigionarsi dagli arrestati di eroina, hashish o marijuana.
Riferiti i fatti e le fonti probatorie acquisite alla Procura di Lucca, dietro volontà del Sostituto Procuratore Salvatore Giannino, i militari intensificano ulteriormente l'attività tecnico-investigativa e, grazie anche all'ausilio di oltre 20 telecamere appositamente nascoste nell'area boschiva adiacente al cimitero, documentano i movimenti e le modalità di spaccio dell'organizzazione.
La banda, composta da appartenenti al medesimo gruppo familiare, molti dei quali con precedenti penali specifici, si era organizzata in modo che i più anziani del gruppo – ben conosciuti nel nell'ambiente dei tossicodipendenti – si occupassero degli aspetti logistici (contatti con i fornitori, acquisizione delle partite di droga, scelta dei luoghi di incontro, gestione dei ricavi), mentre i più giovani, tutti minorenni, e quindi maggiormente tutelati dalla legge, erano incaricati della vera e propria attività di spaccio. In questo modo, qualora arrestati, i minori avrebbero potuto (come peraltro accaduto in una precedente occasione) assumersi la totale responsabilità del reato scagionando i più anziani.
Il gruppo di spacciatori, per aumentare la difficoltà di eventuali attività investigative, era solito cambiare con frequenza le utenze telefoniche e la zona di spaccio, comunque sempre scelta in aree boschive confinanti con Pisa.
Gli acquirenti, informati telefonicamente sul luogo dove sarebbe avvenuto lo scambio, trovavano ad attenderli un membro della banda che, precedentemente aveva nascosto tra gli alberi droga e bilancino, in modo da risultare “pulito” in caso di perquisizione. Presa l'ordinazione, il pusher si dileguava tra gli arbusti verso il nascondiglio, pesava la droga, imbustava le dosi, e tornava dal cliente per la consegna.
Gli arrestati sono, in ordine cronologico del fermo:
Kalid Meksawi, marocchino 38enne, colto a San Donato nella flagranza di detenzione ai fini di spaccio di 45 grammi di eroina
Roberto Chelini, italiano 44enne, trovato a Ponte San Pietro in possesso di 10 grammi di eroina.
Rezgui Kaies Ben Larbi, tunisino 38enne, arrestato nei pressi della Stazione Ferroviaria di Lucca perché in possesso di 15 grammi di eroina occultati all'interno dell'intestino retto.
Talbi Nejib, tunisno 34enne e T.N., tunisino 16enne, fermati al casello autostradale della A/11 e trovati in possesso di 105 grammi di eroina.
Talbi Mohamed, tunisino 41enne, e T.A., tunisino 17enne, arrestati a Nozzano Castello perché in possesso di 20 grammi di eroina.
Talbi Salah, tunisino 36enne, precedentemente arrestato per resistenza a pubblico ufficiale (poi rimesso in libertà), perché collegato all'attività di spaccio.
Il buon esito dell'operazione, oltre che aver portato ai 9 arresti ed al sequestro di 220 grammi di sostanza stupefacente, è certamente un forte segnale di attenzione e concretezza delle forze dell'ordine nel contrasto al traffico di droga.