Prova negativa per la cassa di espansione del Freddana: l'ultima ondata di maltempo fa sollevare dubbi sulla sua realizzazione. La Cia, accogliendo anche le istanze dei suoi iscritti, chiede che venga fatta chiarezza sulla sua realizzazione, soprattutto perché un'opera così importante sia realmente utile alla difesa del territorio che sarebbe chiamata a tutelare.
“Sia durante la fase di emergenza, sia nei giorni successivi – afferma il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori-Cia Toscana Nord, Piero Tartagni – abbiamo effettuato numerosi sopralluoghi nelle aree della lucchesia colpite da questa pioggia anomala che ha causato non pochi danni alle aziende agricole. In queste occasioni abbiamo raccolto e visto con i nostri occhi che qualcosa non ha funzionato a livello di prevenzione: la cassa di espansione, realizzata pochi anni fa dalla Provincia di Lucca, non ha svolto quel ruolo di protezione del territorio che avrebbe dovuto avere”.
L'intervento, terminato nel 2011, aveva il preciso scopo di mettere in sicurezza l'abitato della zona, ma anche di creare l'ultima cassa di espansione prima di arrivare all'abitato di Lucca: “Pur ammettendo la particolarità dell'evento meteo che ha colpito la lucchesia – prosegue Tartagni – resta il fatto che, all'interno di una cassa di espansione costata 2 milioni 350mila euro, non è finita nemmeno una goccia d'acqua”.
“Quando venne costruita – racconta Carlo Incrocci, agricoltore – facemmo presente alla Provincia che era stata fatta troppo alta: conosciamo il Freddana, sappiamo come si comporta e sapevamo che quest'opera non sarebbe servita”.
“Come hanno evidenziato anche gli agricoltori della zona – continua il presidente della Cia di Lucca – questo potrebbe dimostrare che vi sono dei 'difetti' nella cassa di espansione. Difetti che possono essere sia nel luogo scelto, sia nella sua quota della sua realizzazione, non sta a noi stabilirlo, ma chiediamo con forza che chi è preposto, spieghi cosa è accaduto, in modo che la Valfreddana non debba più trovarsi in queste condizioni. Se vi sono stati errori, chi li ha commessi pagherà nelle dovute sedi, ma è fondamentale che la questione sia affrontata. Lo chiediamo sia a tutela dei nostri agricoltori, sia a difesa di quei cittadini che pensano di vivere in una zona 'sicura' e invece si trovano con le case allagate”.