Gli uomini delle fiamme gialle del Gruppo di Viareggio, dopo una indagine durata più di un anno, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pavia, hanno smascherato un complesso meccanismo fraudolento attuato da aziende nazionali ed estere, che permetteva di immettere nel circuito commerciale italiano bottiglie di alcolici illecitamente importate, della nota marca “Sambuca Extra Molinari”.
Il prodotto alcolico viene commercializzato sul territorio nazionale con una gradazione di 42°, mentre negli altri paesi stranieri è esportato con una gradazione e, soprattutto ad un
prezzo, inferiori.
L’indagine è scaturita proprio dall’esame di un fenomeno rilevato dalla stessa azienda produttrice, che aveva registrato negli ultimi anni una flessione del commercio in Italia del
prodotto alcolico ed un anomalo incremento delle vendite nel territorio dell’Unione europea.
L’attività illecita, che è stata attuata eludendo i canali ufficiali di vendita, ha visto coinvolta anche una azienda lucchese ed ha permesso ad alcune aziende site in Piemonte, Veneto, Lombardia, Sicilia, Campania, Emilia Romagna, di introdurre e commercializzare Sambuca destinata al mercato estero ad un prezzo di gran lunga inferiore a quello praticato sul mercato nazionale.
Negli esercizi commerciali e, soprattutto nei bar, finiva pertanto un prodotto con etichette e diciture in lingua straniera ed una gradazione alcolica inferiore ai 42°.
Le indagini portate a termine dai finanzieri del Gruppo di Viareggio hanno consentito smascherare l’attività illecita e di ricosrtruire l’intera filiera di soggetti italiani e stranieri che
operavano in modo da conseguire indebiti vantaggi.
L’operazione di servizio, denominata “caffè scorretto”, che ha coinvolto ben 30 aziende si è conclusa con la denuncia a piede libero, per frode in commercio, di 33 persone
fisiche alle Autorità Giudiziarie di Lucca, Pavia, Vicenza, Brescia, Torino e Venezia, nonché con il sequestro di alcune migliaia di bottiglie di “sambuca extra molinari” illecitamente commercializzate e l’accertamento di un consumato in frode di oltre 500.000 bottiglie.
Il danno patrimoniale arrecato all’azienda produttrice e’ stato quantificato in circa 3.000.000 di euro.