16 arresti, 28 indagati, 280 chili di cocaina sequestrata per circa 42 milioni di euro, 5 immobili sequestrati in tutta Italia, 6 auto e una moto confiscate. Ed infine 2 ditte ed una società posto sotto sequestro.
Questo il risultato della cosiddetta "Operazione Gufo" condatta dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Firenze e coordinate dalla locale D.D.A. - Sost. Proc. Dr. Ettore Squillace che ha permesso di porre fine ad un traffico di cocaina estremamente ingente, le cui fila erano tirate da soggetti legati alla 'ndrangheta operante ad nella provincia di Lucca.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze – Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata (GICO) nelle prime ore del mattino, nelle province di Reggio Calabria, Bologna, Alessandria, Palermo, Modena, Parma, Genova, Milano e Pavia, hanno tratto in arresto 16 soggetti (prevalentemente di origine calabrese) collegati alle 'ndrine degli Avignone e dei Paviglianiti, rispettivamente di Taurianova e di San Lorenzo, in provincia di Reggio Calabria. L’ordine di custodia cautelare in carcere è stato
emesso dal Gip del Tribunale di Firenze - dott.ssa Erminia Bagnoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – diretta dal Procuratore Dott. Giuseppe Creazzo. L’ipotesi di reato è quella di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacenti, con l’aggravante del fine di agevolare associazioni mafiose.
Tale operazione ha preso piede al termine di un'altra indagine nominata "Lupicerna" conclusasi nel 2013 con l’arresto di 13 persone legate alla ‘ndrina dei «Facchineri» di Cittanova (Reggio Calabria), operante nella zona di Altopascio, risultati poi in affari con esponenti della famiglia Avignone. La nuova operazione, chiamata 'Operazione Gufo', è partita dalla scoperta di un giro di cocaina in Lucchesia.
Nell’ambito del nuovo filone investigativo le Fiamme Gialle fiorentine hanno rilevato rapporti di affari illeciti tra gli Avignone ed affiliati alla “ndrina dei Paviglianiti”, che costituivano un ottimo e collaudato canale di rifornimento di cocaina per gli Avignone. La nuova organizzazione criminale, composta prevalentemente da soggetti di origine calabrese, attraverso una fitta rete di contatti con trafficanti sudamericani (dimoranti sia in Italia che all’estero) era capace di far arrivare regolarmente ingenti quantitativi di cocaina in Italia.
Le indagini hanno interessato, oltre all’Italia, vari Paesi sudamericani. Dedicati servizi di pedinamento, osservazione ed intercettazione hanno permesso di ricostruire le rotte del narcotraffico.
La cocaina era occultata all’interno di doppifondi ricavati in container con carichi banane o nascosta in blocchi di marmo. Le “merci”, imbarcate nei porti di Callao in Perù e di Guayaquil in Ecuador, giungevano ai porti Italiani di Genova e Gioia Tauro (RC). Presso questi porti, in quattro distinti interventi, sono stati sequestrati 280 kg. di cocaina purissima che, una volta immessa sul mercato dello spaccio, avrebbe fruttato oltre 43 milioni di euro.
Tale operazione ha permesso così di stroncare un ingente traffico di droga, con l'arresto di 16 persone ed il sequestro di beni mobili e immobili per circa 2 milioni di euro.
In totale sono stati sequestrati 280 chili di cocaina, per un valore commerciale di oltre 42 milioni di euro.