Si è concluso nel pomeriggio di ieri (21 febbraio) il ciclo di visite alla ex Manifattura Tabacchi organizzato dall’azienda lucchese Clip Comunicare e il Comune di Lucca, con un sold out oltre ogni previsione. Da domani infatti la Manifattura cambierà volto per sempre e l’affetto della città non ha mancato di farsi sentire con oltre settecento persone che sono riuscite a vederla e salutarla un’ultima volta e molte altre che non sono riuscite a prenotarsi in tempo.
L’idea è partita dai giovani di Clip Comunicare ed è stata messo su in tempi record, appena pochi giorni prima dell’inizio dei lavori, e a titolo gratuito questo weekend all’insegna della storia di Lucca e dei lucchesi.
Lunedì avranno luogo l’allestimento del cantiere ed i primi sopralluoghi per valutare le demolizioni necessarie, poi a inizio marzo, con scadenza prevista a giungo 2017, la ristrutturazione vera e propria che restituirà lo stabile alla città.
“L’idea è quella di trasformare la ex fabbrica tabacchi in fabbrica di cultura e luogo di aggregazione della città. Da luogo chiuso, quale è stato in passato, a luogo aperto e fruibile, riferimento culturale della città.” - dice il sindaco Alessandro Tambellini.
Nessuna delle parti storiche dell’edificio verrà in alcun modo demolita, verrà risparmiata la ciminiera emblema della fabbrica, così come tutte le parti originarie. Il recupero riguarderà i 14 mila metri quadri dell’immobile di Via Vittorio Emanuele mentre non verrà interessata dal cantiere la parte prospicente piazzale Verdi e quella centrale adiacente la ciminiera, oggetto di recupero anche con l’apporto del privato e attraverso un piano dedicato.
Una visita nella Manifattura così come era non sarebbe stata la stessa senza guide d’eccezione che con la Manifattura hanno un rapporto stretto, familiare e che proprio di questa istituzione lucchese hanno saputo restituire il fascino.
Simonetta Simonetti e Domenico Bertuccelli, figli di operai dell’Appalto – come si chiamava un tempo la Manifattura – e autori di un libro appassionato sulla Manifattura e sugli uomini e le donne che l’hanno animata (“Le sigaraie della Manifattura Tabacchi di Lucca”), Sirio Dianda, Paolo Folcarelli e Luciano Bracciali, dipendenti della Manifattura e ancora Sandra Micheli, Silvia Rita Paolinelli, Berta Berti, Daniela Maffei e Luciano Bracciali, anche loro storici dipendenti.
Ogni ambiente percorso è stato accompagnato da aneddoti, da momenti di vita, quelli di coloro che hanno attraversato quei luoghi o di coloro che ne conservano vivo il ricordo di mamme, nonne, zie.
Dapprima l’ingresso e l’uscita, i corridoi in cui i lavoratori passavano ed il semaforo a lato, che diventava verde ma spesso anche rosso a cui seguivano le perquisizioni per timore dei furti. La Manifattura era un luogo in cui vigeva ferrea disciplina, duro lavoro, poco riposo e grande operosità. E’ stato però anche un luogo di forte emancipazione femminile: ha dato alle donne che vi lavoravano la possibilità di costruirsi una posizione sociale all’interno della città, donne rispettabili, grandi lavoratrici e con un lavoro sicuro. La moralità, la rispettabilità erano un requisito fondamentale e le sigaraie, oltre ad aver buone mani, dovevano essere donne perbene.
“E quando le sigaraie entravano nei negozi, passeggiavano per le strade tutti le riconoscevano perché un odore si portavano dietro. Non odore di fumo o di tabacco ma l’odore della Manifattura” – dice Domenico Bertuccelli.
Poi l’enorme sala mensa, la sospirata pausa dopo il frenetico lavoro a cottimo che però non durava più di mezz’ora - compresi l’ascolto dei discorsi alla radio negli anni di guerra e il saluto al Duce negli anni del Fascismo – ma durante l’orario di lavoro un salto ad allattare i bimbi piccoli e un saluto a quelli più grandi all’incunambolo era sempre consentito. Tutele queste che ai tempi non erano presenti in nessun altro luogo di lavoro: l’incunambolo ovvero l’asilo per i bambini dai 3 ai 6 anni, l’allattamento durante l’orario di lavoro, le colonie estive per i bambini e regole sul lavoro femminile quando ai tempi ancora non esistevano vere leggi che lo tutelavano.
Bisogna arrivare all’Ottocento perché il locale della Cittadella venga adibito a fabbrica di tabacchi ma da molto prima quegli ambienti avevano accolto le donne. Sin dal 1513 vi era stato un convento femminile domenicano fino a quando Elisa Baciocchi ne ordinò l’espropriazione e alla fine del 1807 l’ex convento divenne sede dell’Istituto Elisa, una nuova istituzione educativa parte di una più generale opera di riorganizzazione della pubblica istruzione. Solo nel 1892 il fabbricato venne acquistato dal Ministero delle Finanze e accorpato alla contigua fabbrica del tabacco dando così vita a questa fabbrica “di Stato”.
Noi attendiamo con ansia il 2017 con l’auspicio che la Manifattura torni alla città, magari più bella ed elegante nella forma, ma soprattutto che la sua storia non vada dimenticata perché è ancora una parte viva e pulsante della storia di Lucca e dei ricordi di tutti i lucchesi.