Venerdì 18 Maggio 2018, ore 21 presso Artemisia Via dell’Aeroporto 10 Capannori
Nei precedenti incontri abbiamo compiuto i primi significativi passi che ci hanno portato a capire e dunque a suggerirci le numerose semplici azioni, che quotidianamente possiamo porre in essere. Possiamo così anche opporci efficacemente nei confronti di chi fa dell’ambiente un dannoso e cinico profitto, comprendendo inoltre che non è possibile lasciare la nostra vita nelle mani di tali condotte. Un altro obiettivo lo abbiamo raggiunto rendendo ognuno di noi maggiormente cosciente di se stesso, più consapevole e maturo, facendoci meditare su quello che eravamo e quello che invece oggi esprimiamo Tale responsabilità ci ha messo di fronte alle azioni che più di ogni parola ci identificano e ci definiscono. Avere il coraggio di prendere e difendere una posizione, dimostrando coerenza e onestà intellettuale nei confronti dei principi universali che gioiosamente regolano e indicano la vita di tutti noi.
Il disastro alimentare che si sta consumando, facendo perdere all’Italia uno dei suoi maggiori vanti di assoluta eccellenza, può e deve essere contrastato con progetti fattibili e concreti che ci restituiscano ciò che Natura e Ambiente hanno, da milioni di anni, scelto per tutti noi. Se il presente non è roseo, il futuro è nocivo, dannoso e pericoloso, ma non ancora totalmente compromesso. Non sono certo delle indecisioni o dei "contrattempi" che possono minare un pensiero e un comportamento quando esso è saldamente dentro di noi, non possono che rafforzarlo. Ci fanno anche semplicemente capire quanto è insignificante la vita di tutti noi se è condotta su di una linea di eterna passività nei confronti di quello che ci circonda. Ci sono leggi non scritte che determinano il nostro cammino, leggi e circostanze che ci riportano a considerare quello che siamo e quello che vorremmo essere, le azioni che vorremmo compiere e il sacrificio che richiedono, la volontà di migliorare in funzione della fragilità del nostro stare al mondo. Sarebbe sufficiente ritrovare quella forza che un giorno animò i primi saggi pionieri nel formare uno stato sociale, dove ognuno poteva trovare posto e collocazione, nella piena consapevolezza di non essere indispensabili, ma naturalmente importanti, percependo perfettamente che nessuno può sciogliere un legame se esso e tenuto ben stretto da ogni suo componente. Tutto però parte dalla nostra partecipazione al quotidiano vivere fatto di scelte etiche che rappresentano, da sempre, quello che noi siamo, nel faticoso tentativo di raggiungere un grado di civiltà che renda merito alle persone per potersi definire Esseri Umani.
Il silenzio è complicità, l’indignazione non è fatta di sole parole. Molto può ancora essere fatto, tutti sono coinvolti, nessuno può dirsi escluso. Ne parleremo coscienti che il brutale attacco che la Natura e l’Ambiente stanno subendo parte da tutti noi, dalle nostre decisioni.