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“Una città nella città”, mostra fotografica sulla Manifattura di Lucca

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E’ stata inaugurata ieri (10 ottobre) e sarà a Palazzo Bernardini fino al 26 ottobre (orario 10-18) la mostra fotografica sulla Manifattura di Lucca, del fotografo Roberto Giomi con i testi di Antonella Giusti, che ne è anche la curatrice.

Organizzata da Congrega Fumatori Indipendenti di Lucca, Assindustria Lucca, Manifatture Sigaro Toscano, FAI-Delegazione di Lucca Massa Carrara, con la collaborazione del Museo storico-scientifico del tabacco e l'Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale e con il patrocinio del Comune di Lucca, La mostra fa parte di un progetto più ampio che comprende la produzione di libri, video e un blog che racconta “la Toscana del Toscano”.

Una Toscana che nessuno sospetta, una Toscana recente, esotica fatta di grandi architetture delle tabaccaie del pisano, di storie sociali nel senese e della stessa lucchesia dove la Manifattura dei tabacchi è stato un momento importante per l’emancipazione delle donne, di paesaggi più noti per le battaglie di romantici condottieri medievali.
Una storia ancora attuale, un percorso ideale e fisico tra le stagioni, il patrimonio delle architetture industriali, paesaggi che costituiscono un percorso eccellente, che vale la pena di raccontare, in una regione “preziosa” agli occhi del mondo come la Toscana.
I temi sono vari, apparentemente incoerenti, ma tutti, equalmente interessanti: l’architettura industriale e il riuso dei grandi edifici  del passato, siano essi  di pregio artistico o progettati per il lavoro, i sapori delle terre che attraversa, i vini del Chianti, la chianina della Valdichiana, i tartufi di San Miniato, i paesaggi delle colline toscane, tra i più ammirati al mondo, le storie che hanno segnato momenti decisivi della storia nazionale, il brigantaggio e le lotte sociali, i grandi personaggi che, in epoche diverse, vi hanno vissuto: Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Giacomo Puccini.

La mostra “Una città nella città” è una tappa di questo percorso in una Toscana inaspettata e insospettabile.

Nasce dalla passione per i sigari e per le archeologie industriali, per la nostra storia locale, dalla curiosità di scoprire, in un percorso a ritroso, la strada fatta dal tabacco, prodotto in Toscana, in Valtiberina e Valdichiana, per la precisione, fino alla manifattura lucchese. Da qui si è appunto partiti per cogliere i segni lasciati nel paesaggio con le sue piccole e grandi storie.
Le fotografie sono state scattate da Roberto Giomi a più riprese nel corso di un anno, grazie all’interessamento e al permesso concesso dal Comune di Lucca. Raccontano questo grande edificio situato in un’area che è stata decisamente ridisegnata nell’ottocento, che ha accolto, dopo il convento domenicano e l’istituto di educazione femminile, altre donne che hanno scritto la storia di Lucca, le sigaraie. E con loro una varietà di professioni diverse: infermieri, sarte, falegnami, impiegati di banca, un asilo anche. Una città nella città. Una grande fabbrica che invece di attrarre a sè abitazioni e attività commerciali, se le è tenute tutte dentro.
Le immagini e i testi che le accompagnano, non vogliono raccontare la storia dell’edificio ne’ fare proposte.Sono, molto più semplicemente, il racconto delle atmosfere che questo edificio ancora regala, con i chiaroscuri forti che disegnano le poche cose rimaste, e le colorano con varie sfumature, con le sensazioni tattili delle pareti intonacate, del cemento dei pilastri, dei ferri battuti, dell’odore, ancora forte, a noi caro, del tabacco in fermentazione.

Il titolo allude appunto allo spazio che la Manifattura dei Tabacchi ha occupato all’interno della città di Lucca, una città murata con un solido e ricco passato cuturale. Un’attività produttiva di grandi dimensioni (è stata con Cucirini Cantoni Coats una delle industrie di riferimento) in una città che tutti ci rappresentiamo come la città di belle chiese e palazzi, di piazze pubbliche e della passeggiats dei negozi eleganti. La Manifattura funzionava come un villaggio autonomo, con tutte le professionalità necessarie, dai falegnami ai cuochi agli impiegati di banca, per essere in qualche modo, autosufficiente. Una sorta di villaggio industriale, appunto, all’interno della città.

“Non possiamo che dirci contenti – ha affermato Roberto Giomi durante la conferenza stampa di presentazione - per la possibilità che ci ha dato Assindustria Lucca di poter allestire la mostra nella sua sede e del sostegno arrivato dalle Amministrazioni e dalla stessa Manifattura Tabacchi. Il sostegno del FAI, inoltre, dopo quello dell’AIPAI (l'Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale), è per noi significativo perché la nostra lettura dell’edificio è proprio volta alla valorizzazione di queste grandi strutture, che sono state, anche con le loro forme fisiche, dei riferimenti per la città, così come alcune chiese o palazzi storici. Sempre grazie al FAI di Lucca e alla disponibilità della Presidente Avv. Maria Talarico, in concomitanza con la mostra si potrà visitare anche la chiesa di Santa Caterina (tutti i giorni dalle 15 alle 18), recentemente restaurata. Un binomio senz’altro originale, ma con una indubbia coerenza narrativa.

La possibilità di realizzare queste fotografie in questo momento particolare della vita di questo edificio, in cui non è più quello che era e non è ancora quello che sarà, per me, è stata un’esperienza affascinante. Sicuramente la conoscenza dei processi produttivi e della storia dell’edificio mi hanno consentito di cogliere dettagli, apparentemente minimi, con uno sguardo attento, forse con altri traguardi. Vorrei  rendere, a chi le osserva, la suggestione di questo momento, di quel poco che è rimasto della sua storia recente, di quello che non è rimasto che nelle luci, nei silenzi e negli odori della Manifattura.”

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