La Compagnia Teatro del Carretto ci investe ancora una volta con una coinvolgente e perturbante opera teatrale. Il titolo di questa nuova creazione è "Le mille e una notte", ma diversamente da come si potrebbe credere, non saranno rappresentazioni ricalcate fedelmente dai racconti mitici della raccolta originale.
Il titolo, infatti è solo il pretesto, o se vogliamo il filo conduttore, dentro al quale saranno racchiuse varie rappresentazioni, che prenderanno spunto dal mito, ma con una chiave di lettura completamente diversa.
La compagnia teatrale ci spiega che "La narrazione de Le mille e una notte risale ad un millennio fa e pur il suo tema appare più attuale e moderno che mai: in boscaglie intricate, o nel bagaglio di un'automobile, o in un sinistro vigilare di porte segrete e serrature che custodiscono scempi e orrori, tale disumana efferatezza permane e rischia di crescere ovunque".
Scenderanno in gioco pure l'attualità e le notizie di cronaca, con la crudeltà e la crudezza di cui tutti i giorni veniamo a conoscenza.
Il perno intorno al quale gireranno queste vicende è infatti la violenza, soprattutto quella nei confronti della donna.
Queste rappresentazioni si fanno portavoce della sofferenza spesso silenziosa delle donne, che in varie zone del mondo hanno subito abusi gratuiti e ingiustificabili e che in varie occasioni, le hanno portate a perdere la vita.
Così, oltre ad essere uno spettacolo da non perdere e fortemente sentito, sarà anche una vera e propria denuncia sociale, con lo scopo di fare chiarezza su quelle che sono delle realtà tuttora esistenti, anche vicine a noi.
Si pone come un'occasione per crescere e per cambiare intimamente, facoltà di cui il teatro ha la capacità di avvalersi.
La regista Maria Grazia Cipriani ha indagato affondo, tramite varie fonti, per scoprire i più segreti e oscurati crimini inflitti alle donne, soprattutto in tempo di guerra, ma non solo. Quindi, sarà un confronto diretto tra realtà realmente accadute e gli spettatori, che non potranno restarne indifferenti.
I racconti sono tratti dalla mitologia, dalla fiaba, dalla letteratura e dalla cronaca attuale.
Ci dà un esempio di come il mito ci parlerà di tali tematiche la rappresentazione del racconto mitico di Apollo e Dafne, tratta dalle "Metamorfosi" di Ovidio. La corsa disperata di Apollo dietro alla bella ninfa non è altro che un tentativo di stupro nei suoi confronti.
La struttura drammaturgica resta fedele a quella della celebre raccolta di novelle orientali, da cui lo spettacolo prende il nome.
Infatti, è caratterizzato da una struttura a "matrioska", in cui da ogni novella ne inizia un'altra che, a sua volta si collega ad altre e così via, come anelli di una catena. Tutte queste novelle sono racchiuse dalla solita cornice tematica, da cui hanno origine.
Tra poesie e canti viene a costituirsi, così, un arazzo che vuole essere un fiducioso inno alla vita, un incentivo alla ricerca di un senso, nonostante tutta la sofferenza che la caratterizza.
Porteranno il carico di questo compito gli interpreti Elsa Bossi, Nicolò Belliti e Giacomo Vezzani.
Lo spettacolo andrà in scena in prima nazionale venerdì 24 0ttobre alle 21 al teatro del Giglio (con repliche sabato 25 e domenica 26). Questo lavoro porta le firme della regista e drammaturga Maria Grazia Cipriani e dello scenografo e costumista Graziano Gregori.