"L'Italia è stata lasciata sola. Per molti migranti il nostro Paese rappresenta una falsa illusione. Ma per loro la realtà è ben diversa". E' così che Bruno Molea, presidente Aics e deputato di Scelta civica, dal Festival del volontariato organizzato a Lucca dal Cnv (Centro nazionale per il volontariato) commenta l'ultima tragedia del mare nel canale di Sicilia.
La più grande di sempre. "L'Euroa crede di risolvere il problema solo con i contributi economici. Ma le priorità sono altre: dobbiamo puntare sulla prima accoglienza, sulle opportunità d'integrazione, sulla possibilità di comunicare e sulla conoscenza delle leggi".
Per Molea è ormai "diventato impossibile dialogare con chi sta al di là del Mediterraneo". Perché la Libia, "primo trampolino di lancio verso l'Italia", secondo il presidente di Aics "è un paese fuori controllo, senza interlocutori politici. E' impossibile stabilire un accordo per evitare altre stragi. Saranno sempre più drammatiche" aggiunge Molea. "E' cambiato perfino il metodo con cui avvengono questi viaggi della disperazione. Per intercettare i migranti ci spingiamo sempre di più verso le coste libiche. Di fatto i nostri militari sono diventati gli autori degli ingressi in Italia. I trafficanti hanno modificato il modo di agire: danno in mano agli stranieri un satellitare con i numeri da chiamare per essere recuperati dalle motovedette. Ma tavolta non ce la fanno. Proprio come è accaduto stamani".
Al Festival del volontariato, nel corso del convegno "Lo sport supera i confini: storie di partecipazione ed integrazione", Molea è intervenuto anche sul ddl del cosiddetto "ius soli sportivo", da lui proposto e approvato nei giorni scorsi dalla Camera. "La legge dovrà ora passare al vaglio del Senato. L'obiettivo - ha detto - è di arrivare alla sua approvazione entro settembre, cioè prima dell'inizio della stagione sportiva".
Riguardo la strage avvenuta domenica mattina (19 aprile) nelle acqua del mediterraneo, arriva il cordoglio e l'appello del presidente del Centro Nazionale per il Volontariato Edoardo Patriarca. Il Festival è iniziato proprio con una riflessione da parte del sottosegretario agli Interni Domenico Manzione sui flussi di migranti e l'accoglienza.
"L'ennesima e gravissima, forse la più grave di sempre, tragedia di migranti annegati nel canale di Sicilia ci interpella tutti. Non possiamo tenere la testa sotto la sabbia. Serve un'assunzione di responsabilità collettiva affinché gli Stati del Mediterraneo e l'Europa fermino questa strage di vite umane. Al cordoglio si deve accompagnare l'impegno concreto per cambiare marcia, per fare in modo di gestire nel modo migliore possibile un problema enorme e complicato come questo".
"Insieme a Manzione abbiamo riflettuto -aggiunge Patriarca- sulle enormi dimensioni di questo problema che deve essere affrontato sia sul piano interno, con efficaci e sostenibili politiche di accoglienza, sia sul piano internazionale, agendo in modo diverso per far cambiare marcia all’Europa. Le dimensioni del problema non possono essere un pretesto per indietreggiare, ma una motivazione per chiedere agli Stati dell'Europa e dei Paesi di origine di fare tutti insieme la loro parte per fermare questa tragica e ininterrotta strage".