Partecipa a LuccaCittà.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Sgominata una banda di spacciatori che riforniva la Versilia: 5 in manette

Pedinamenti, intercettazioni ed interrogatori: un'indagine durata 2 anni

Condividi su:

I Carabinieri di Viareggio durante la scorsa settimana, hanno dato esecuzione ad alcune misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lucca, traendo in arresto:
- L.K., 26enne, cittadino del Marocco, pregiudicato
- N.A., cittadino del Marocco, pregiudicato e D.C., cl. 1980, italiano, pregiudicato entrambi 33enni
per il reato di spaccio di stupefacenti continuato in concorso

- F.H., di 35 anni, cittadina del Marocco
- Z.R., cl. 42enne, italiano
per il reato di favoreggiamento personale.

Le misure cautelari eseguite dai militari sono il risultato di una lunga indagine iniziata nel luglio del 2011, a seguito del ritrovamento, a Massarosa, all’interno di uno scooter rubato (dopo che il conducente era stato inseguito ed era riuscito a far perdere le proprie tracce) di 11 involucri contenenti complessivamente circa 6 kg di hashish.

Le impronte rilevate dal mezzo e gli accertamenti svolti nell’immediatezza dei fatti hanno permesso di avviare attività tecniche di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento. 

L’attività del nucleo, coordinata dal Pubblico Ministero Dott. Antonio Mariotti che ha diretto le indagini, ha così permesso di ricostruire i collegamenti tra vari personaggi emersi, tra cui alcuni cittadini marocchini ed altri italiani,  risultati tutti facenti parte di una rete di spaccio di sostanza stupefacente operante nel comprensorio versiliese, in particolare nei comuni di Massarosa, Viareggio e Camaiore. 

Nonostante le particolari precauzioni messe in atto dai componenti del gruppo, per cercare di non essere intercettati sono stati raccolti comunque degli indizi di colpevolezza sul conto dei soggetti indagati. 
Per eludere le Forze dell'Ordine ed eventuali controlli erano soliti effettuare frequenti cambi delle schede telefoniche (intestate a prestanome tra cui cinesi, indiani, americani, rumeni) ed utilizzare veicoli intestati a terzi oppure “affittati” da più persone compiacenti.

Sono inoltre emersi degli indizi di colpevolezza nei confronti di una cittadina marocchina che svolgeva la funzione di interprete (per tradurre le conversazioni dall’arabo all’italiano)  e di suo marito convivente con lei.

Nel corso delle attività investigativa infatti, i militari hanno rilevato come in numerose circostanze i soggetti indagati si dimostrassero pienamente a conoscenza delle attività in atto o comunque in corso di attivazione e la spiegazione di tali comportamenti si è avuta a seguito dell’intercettazione di alcune conversazioni, dalle quali è emerso come la diffusione di notizie provenisse dai due coniugi.

Gli indagati per il reato di spaccio si trovano ora nel carcere di Lucca, mentre i due coniugi sono agli arresti domiciliari.

Condividi su:

Seguici su Facebook