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Questione "Lucchese", Bacci: "Il Comune abusa del suo potere"

Il Presidente Rossonero: "Resisteremo come Firenze fece con Carlo VIII"

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In risposta alla presa di posizione di Lucca Civica nei confronti della Lucchese, il presidente rossonero Andrea Bacci replica al capogruppo della lista civica Claudio Cantini.
Continua quindi la questione "Lucchese Libertas" che vede schierati ai due lati opporti la società sportiva e l'amministrazione comunale.


«Caro Cantini,
   seguirei volentieri il suo consiglio, ma solo dopo aver avuto certezza che Lei abbia piena coscienza dei veri rapporti tra Lucchese e Comune di Lucca. La Lucchese difende i propri diritti, ma prima di tutto non vuole continuare ad adempiere a doveri che non le competono. Il Comune si impegna, si difende, si protegge, ci aggredisce e talvolta ci offende solo per cercare di non adempiere alle responsabilità assunte. La Lucchese si dichiara disponibile, paga i suoi impegni e il suo presidente dice “sediamoci e parliamo”. Il Comune, abusando del potere riconosciuto dalla legge, irrompe, invade, pretende e ci risponde “non vogliamo parlare con nessuno”».

«Rifletta bene signor Cantini, - continua Bacci - rifletta sul fatto che le mancanze di rispetto e le prepotenze stiano altrove e non si vergogni a chiederci scusa. Stiamo cercando qualcuno che cerchi di muoversi, di comportarsi e dialogare come nessuno abbia ancora fatto con noi. Questa è la Lucchese e questo è il nostro stile. Noi vogliamo confrontarci con questo metodo e per difenderci da un sistema diverso siamo disposti a far sentire in ogni sede le nostre ragioni».

Prosegue con un esempio storico: «Quando Carlo VIII arrivò a Firenze con il suo esercito, i fiorentini erano disposti a ricompensarlo con una grande somma di denaro per il suo sostegno, ma non vi era accordo sull’entità. Carlo presentò allora un ultimatum alla Signoria e, ricevuto un rifiuto, minacciò dicendo “allora noi suoneremo le nostre trombe”. A questa affermazione - conclude- rispose deciso Pier Capponi “e noi faremo suonare le nostre campane”, manifestando l’intenzione della città di resistere».

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