Continua la diatriba legata alla viabilità del San Luca. Giunge da Palazzo Ducale una nuova risposta del Presidente della provincia, Stefano Baccelli:
«Apprendo dagli organi di informazione le ulteriori precisazioni del sindaco di Lucca in merito alla questione degli accessi al nuovo ospedale S. Luca.
Innanzitutto in riferimento all’appello iniziale sulla collaborazione costruttiva tra enti, ribadisco che la Provincia di Lucca sin dal giugno del 2013 – ossia quando è emersa chiaramente l’impossibilità da parte del Comune di Lucca di realizzare il nuovo collegamento al presidio sanitario entro il termine utile per la messa in esercizio del nosocomio – ha messo a disposizione di Palazzo Orsetti la propria struttura tecnica per le valutazioni del caso, per studi e approfondimenti. Ma non posso non sottacere il fatto che questa disponibilità sia stata ritenuta, per quanto legittimamente, non necessaria dal Comune di Lucca che, da parte sua, ha quindi proceduto, ancora legittimamente, ad affidare incarichi, studi e valutazioni tecniche ai propri dirigenti ed a consulenti esterni di sua stretta fiducia.
Nonostante questo la Provincia ha, in ogni caso e doverosamente, inteso procedere con spirito di collaborazione, evitando allora (nel giugno 2013) di fare uscite pubbliche che avrebbero potuto essere interpretate come inutili polemiche e richiedendo invece riservatamente, con mia lettera al Prefetto (e per conoscenza agli altri enti interessati) in cui dichiaravo sì le mie preoccupazioni sul tema dell’accessibilità al nuovo ospedale, come ribadito in più occasioni, ma rinnovando l’invito ad un lavoro congiunto per risolvere le evidenti criticità.
Nonostante le reiterate interlocuzioni al tavolo della Prefettura (ben 7 riunioni), alla presenza dei dirigenti dell’azienda sanitaria, del concessionario e delle stesse forze dell’ordine, ribadisco che i risultati a cui giunge il Comune di Lucca non sono condivisi dall’amministrazione provinciale che non è affatto rassicurata da tali conclusioni.
Aggiungo, inoltre, che la precisazione offerta oggi dal sindaco, il quale afferma che le differenze tra i risultati dell’analisi del prof. Pratelli e i dati della relazione allegata alla variante al regolamento urbanistico sono dovute al minor numero di ambulatori e servizi previsti al S. Luca non modifica le mie valutazioni. Forse il sindaco dimentica quanto, dal 2005, siano cambiati i carichi urbanistici su quell’area tra lottizzazioni, richieste di nuovi accessi, nuovi insediamenti e cambi di destinazione d’uso.
Lo ricordo di nuovo, sulla base della relazione allegata alla variante urbanistica del 2005 ben 5 erano le condizioni che avrebbero dovuto verificarsi per rendere accogliente la nuova area ospedaliera di S. Filippo: il collegamento con la via Romana, l’asse est-ovest e quindi l’adduzione al nuovo al casello del Frizzone, il blocco alle lottizzazioni, lo stop a nuovi accessi alla viabilità, nonché ai cambi di destinazione d’uso degli edifici ricadenti nell’area. Nessuna di queste 5 condizioni sì è ad oggi realizzata.
Colgo l’occasione, inoltre, per sottolineare quanto il percorso intrapreso dal giungo scorso ad oggi fosse mirato a cercare di capire con anticipo le criticità nel merito e poter intervenire così coi necessari adeguamenti e correttivi. Questo per me è avere buon senso nello svolgere il ruolo di pubblico amministratore ed impegnarsi a collaborare fattivamente. Diversamente, fare appelli allo spirito di collaborazione costruttivo senza entrare nel merito delle questioni e non suffragando tali appelli con fatti, atti e comportamenti conseguenti, significa risolvere tutto in vuota ed inutile retorica. Ancora una volta, e mi auguro sia l’ultima, non posso che prendere atto delle ulteriori rassicurazioni del Comune sulla vicenda augurandomi di nuovo di sbagliarmi, di avere preoccupazioni eccessive e di essere sonoramente smentito dai fatti.
Ma non posso non far mie, infine, le dichiarazioni in un’intervista ad un giornale locale dell’ottobre scorso del direttore generale dell’ASL, Antonio D’Urso: “sono estremamente preoccupato per il fatto che il nuovo ospedale ha un’unica strada di accesso quando tutti gli ospedali sono serviti da una viabilità ad anello, non so cosa fare se non affermare l’evidenza: ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.
Ecco lo sottolineo anch’io, ora ognuno si assuma, sino in fondo, le proprie responsabilità».