I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lucca hanno arrestato Botta Pietro di 27 anni, operaio pregiudicato, originario di Catania ma da diversi anni residente a Pescia, dove i suoi familiari gestiscono una piccola attività commerciale.
Erano le ore 12.30 circa del 05 ottobre 2012, quando due individui a volto coperto entrarono all’interno dell’agenzia del Banco Popolare di Lappato e, minacciando gli impiegati con un trincetto si impossessarono di 12.000 euro in denaro contante, per poi scappare a bordo di un motore, risultato rubato la notte prima a Pescia, che abbandonarono a poca distanza dalla banca.
Le indagini, immediate, con le altre forze di polizia consentirono alla Questura e alla Guardia di Finanza di identificare a Pistoia gli autori e sottoporli a fermo, erano tre individui, due provenienti da Catania che materialmente avevano compiuto la rapina ed uno residente di Uzzano (PT), quest’ultimo aveva recuperato e condotto i due in un abitazione del luogo, sorpresi anche con parte del denaro rapinato.
Le indagini sono proseguite a Lucca, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo.
Risultava improbabile che i due catanesi si fossero mossi solo col loro complice di Uzzano e con questo avessero prescelto la banca di Lappato e, in collaborazione con la Compagnia carabinieri di Giarre (CT) sono stati ricostruiti tutti i movimenti effettuati dai rapinatori catanesi nei giorni precedenti la rapina, attraverso controlli incrociati e riscontri su tabulati e celle telefoniche delle utenze in uso ai due.
Questi erano partiti in treno da Catania la sera del 03 ottobre 2012 e, giunti a Firenze nel primo pomeriggio del 04 ottobre 2012, erano attesi da Botta Pietro, che dalla stazione ferroviaria li aveva accompagnati a Pescia. E’ emerso che proprio quest’ultimo è colui che ha individuato e ha deciso l’obiettivo da colpire, la cui ubicazione, al confine tra le province di Lucca e Pistoia, aveva ritenuto fosse il modo migliore per sfuggire alle forze di polizia dopo il colpo.
Aveva anche provveduto a rubare il ciclomotore per consentire ai suoi due compari di raggiungere la banca e scappare, nonché a reperire un’abitazione ritenuta “sicura”.

Questi e numerosi altri elementi investigativi hanno consentito al GIP del Tribunale di Lucca di disporre la misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di Botta Pietro, eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lucca.
