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Cala l'occupazione a Lucca: -3,5% secondo i dati Ires

Impennata dei contratti part-time

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Gli ultimi dati relativi alla ricerca Ires riguardanti l'annualità 2013 in Toscana, rilevano una forte contrazione dell'occupazione in modo particolare nella Provincia di Lucca, un dato che si attesta intorno al - 3,5%.

Sul fronte domanda di lavoro si rilevano poco meno di 490.00 comunicazioni obbligatorie davviamento in Toscana, circa 50.000 in meno dello stesso trimestre dell'anno precedente, nella Provincia di Lucca, il valore percentuale è - 14,9%.

Gli avviamenti per settore evidenziano un forte ridimensionamento nell'ambito delle attività terziarie con una diminuzione delle assunzioni soprattutto nel commercio del - 21,8%; una inversione di tendenza a livello regionale si registra nel settore manifatturiero e delle costruzioni, che risulterebbe attenuato con un dato rispettivamente del - 4% e del - 6,9%.

In Provincia di Lucca gli avviamenti al lavoro sono stati complessivamente 47.146, suddivisi in 4.218 tempo indeterminato e 27.093 tempo determinato, sono stati fatti 2.086 contratti di apprendistato e 4.511 contratti di somministrazione, 1.768 co.co.co., 410 occasionali, 874 tirocini e 490 contratti in altre forme. Cresce da parte delle aziende il ricorso ai contratti a tempo parziale; la differenza tra il 2012 e il 2013 è di ben 1.178 contratti part-time in più.

Una forte contrazione viene rilevata anche per gli immigrati iscritti al centro per l’impiego della Provincia di Lucca, che rispetto all’anno 2012 aumentano del 10,9 %; I lavoratori iscritti, italiani e stranieri nel terzo trimestre del 2012, erano 62.357 contro i 67.630 del terzo trimestre del 2013, 5273 in più rispetto all’anno precedente.

Il ricorso alle casse integrazioni nel primo trimestre ammonta a 1.116 ore in totale, dato diverso invece per le mobilità, mentre continuano a crescere i dati dei licenziamenti collettivi, per la provincia di Lucca il dato è in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e si attesta intorno al - 17,8 %. "Seppure si avverte qualche segnale di inversione di tendenza - commenta la Cgil - lo scenario rimane una situazione di forte criticità, e fin quando le riforme legate al mercato del lavoro si baseranno solo sulla flessibilità per rilanciare la domanda continuando a cancellare i pochi diritti esistenti, non avremo risultati visibili per una ripresa economica, non possiamo pensare che la svalorizzazione del lavoro possa creare nuovposti di lavoro senza tutele e senza diritti".

"Si ritiene che il governo stia solo lavorando per le imprese e non per i lavoratori: quanto propone anche con il ministro Poletti con il Job act, non fa certo bene sperare, si favoriscono le aziende e sprecarizzano sempre più i lavoratori. Si avverte una totale assenza di investimenti, la politica ci sembra che sia concentrata su altro invece di costruire politiche industriali e rilancio del Paese, anzi si nota una concentrazione contro le Organizzazioni Sindacali, vedi quanto accade nella pubblica amministrazione una riforma tutta di tagli e di attacchi ai diritti sindacali dove si prevedono tagli del 50% ai permessi sindacali, e, gli unici come sempre ormai da troppo tempo, sono i sindacati alla ricerca di soluzioni che passino da mondo del lavoro, una tra tutte, la predisposizione unitaria della piattaforma su previdenza e fisco e che nelle prossime settimane presenteremo nelle assemblee delavoratori nei luoghi di lavoro".

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