Un convegno partecipato è stato quello di stamani alla biblioteca statale, che ha approfondito la figura di ‘uomo d’arme’ e ‘scrittore d’azione’ di Luis/Luigi Ghilardi, eroe nazionale in Messico e sostanzialmente ignoto -almeno finora- in Italia e in particolare qui a Lucca, dove nacque nel 1810 in San Michele, e abitò fino all’adolescenza.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Alessandro Tambellini, dell’ambasciatore Miguel Ruiz Cabanas Izquiero, della presidenza della Provincia, del presidente dell’Istituto storico lucchese Antonio Romiti e della pronipote di Giuseppe Garibaldi, Annita Garibaldi Jallet, è toccato ai due docenti di storia moderna dell’Università di Pisa, Fabio Bertini e Carla Sodini, scandagliare i contorni di questa figura di combattente della libertà, che ha concepito la sua vita come azione e che ha considerato la scrittura un proseguimento dell’azione stessa. Il tutto partendo dalla biografia scritta in spagnolo nel 1997 dall’addetto culturale all’Ambasciata d’Italia a Città di Messico, Antonio Peconi, che il Vallisneriano ha recuperato e tradotto, e ha poi fortemente voluto rendere omaggio e memoria a questo lucchese dimenticato.
Ghilardi partecipò ai moti rivoluzionari per l’indipendenza italiana, operando sempre con i capi delle cospirazioni repubblicane, specialmente in Toscana tra Livorno e Lucca, divenendo poi, secondo la felice espressione di Bertini “volontario professionale per tutta la vita”, andando a combattere ovunque al servizio degli ideali libertari e democratici. Lo troviamo così in Francia, Portogallo e in Belgio già prima del 1830. Subito dopo passa in Spagna dove viene fatto prigioniero, poi torna in Italia dove prende parte attiva alla prima guerra d’indipendenza. Nel 1853 approda in Messico e, dopo essere ritornato in Europa passando da Washington, è di nuovo in America Latina: in Perù e in Messico, dove muore fucilato dai francesi nel 1864.
‘Uomo d’arme’ fu dunque Luigi Ghilardi, ma anche ‘scrittore d’azione’ che nel 1849 compose due opuscoli, indirizzati uno ai siciliani e uno “Ai suoi compatrioti toscani”. Con le due pubblicazioni il generale difende il proprio onore e in particolare con il secondo libretto intende sottolineare il tradimento perpetrato da alcuni falsi liberali che avevano portato alla resa di Livorno. Cinque anni più tardi, dopo l’esperienza maturata direttamente sul campo, in Messico pubblica la sua terza opera: il “Curso del arte y ciencia militar”, un vero e proprio trattato di scienza militare destinato agli allievi dell’Accademia.
Il convegno è stato moderato dal professore Luciano Luciani, coordinatore scientifico del museo del Risorgimento. Attraverso l’iniziativa di questa mattina la memoria di Ghilardi, combattente eroe nazionale del Messico, dove tuttora gli si tributano onori, è stata dunque recuperata anche da parte dei suoi concittadini lucchesi.