Un 50enne capannorese, di origini marocchine, è stato tratto in arresto ieri, lunedì 26 gennaio, per i reati di resistenza, violenza, lesioni e minacce.
La vicenda ha inizio intorno alle ore di 19 di ieri, quando alla porta della Caserma dei Carabinieri di Capannori si presenta una ragazzina in lacrime che racconta di esser fuggita da casa dopo esser stata picchiata dal padre. La giovane racconta che l'uomo stava in quel momento aggredendo anche la moglie, ovvero sua madre.
Mentre i militari raccoglievano la denuncia della 13enne, fuori dalla caserma vedono sopraggiungere la madre, anch'essa in lacrime, con il figlio minore tra le braccia. Dietro di lei, il coniuge che la stava inseguendo.
I ragazzi dell'Arma si sono immediatamente interposti tra il marocchino e sua moglie, tentando di calmare l'uomo, ancora fuori di sé.
Questi ha così iniziato ad inveire e minacciare di morte i militari, per finire con lo spintonarli e prenderli a calci.
Immediatamente ammanettato, il violento, un ex-muratore, al momento disoccupato, e con alcuni precedenti per rissa, è stato condotto nella camera di sicurezza, in attesa del processo per direttissima che si terrà stamattina presso il Tribunale di Lucca.
Le due donne, insieme al bambino, sono invece state accompagnate all'ospedale ed affidate alle cure della dottoressa Banti, responsabile del Codice Rosa.