Il Sacrario di Gonars (Udine); il campo di concentramento sull'isola di Rab in Croazia; la città di Pola e le storie dei tanti esuli che da lì partirono, anche per raggiungere Lucca; il museo del centro di raccolta dei profughi di Padriciano e la storia dell'esodo giuliano-dalmata e dell'accoglienza che venne riservata agli esuli in fuga: questi sono i luoghi più emblematici toccati dal “Viaggio della memoria” compiuto dal 14 al 16 marzo scorso da quasi un centinaio di cittadini lucchesi, tra cui 16 studenti dell'istituto “Pertini”, insieme a una piccola delegazione istituzionale di Provincia e Comune di Lucca, enti che hanno promosso l’iniziativa insieme alla Scuola per la Pace della Provincia e all'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea.
Per raccontare i momenti più toccanti e significativi del viaggio, questa mattina (25 marzo) a Palazzo Ducale si è tenuta una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente della Provincia Stefano Baccelli, Matteo Garzella e Andrea Palestini, rispettivamente presidenti del Consiglio comunale e di quello Provinciale, alcune studentesse dell'Istituto “Pertini” di Lucca, Armando Spinelli e Aligi Soldati in rappresentanza degli esuli istriani, Sivia Angelini dell'ANPI provinciale, Paola Rossi di ANPI Lucca e Stefano Bucciarelli, presidente dell'Istituto Storico della Resistenza.
«Questo viaggio, fortemente voluto da Provincia e Comune di Lucca - ha affermato Stefano Baccelli - ci ha dato l'opportunità di conoscere da vicino i luoghi che sono stati teatro di pagine di storia ancora poco conosciute e a lungo raccontate in modo parziale e scorretto. In quei luoghi, inoltre, gli italiani si sono resi responsabili di crudeltà di cui è importante prendere coscienza. È stata un'esperienza formativa sia dal punto di vista umano che civile – ha concluso Baccelli - e sono certo che lo è stata per tutti noi che vi abbiamo partecipato, non solo per i più giovani.».
«Non è facile restituire l'intensità di questa tre giorni – ha detto Matteo Garzella nel suo intervento - ma ci è sembrato giusto provare a raccontare le emozioni e le riflessioni scaturite dalla visita di quei posti. Dal punto di vista istituzionale, è da sottolineare che la delegazione lucchese è stata la prima a recarsi ufficialmente sull'isola di Rab dove, in qualche modo, abbiamo voluto “chiedere scusa” per le efferatezze di cui gli italiani si sono macchiati in quel luogo durante l'ultimo conflitto mondiale».
Per gli studenti del Pertini questo Viaggio della Memoria «è stato impressionante – come ha detto Martina, che ha parlato a nome della sua classe - A scuola avevamo approfondito questa pagina di storia ma vedere con i nostri occhi le foibe e i campi di concentramento è stato davvero molto toccante. Questo viaggio ha sicuramente arricchito il nostro bagaglio culturale ma ancora di più ci ha fatto capire il dramma umano che sta dietro a ogni conflitto e ci ha resi ancora più consapevoli dell'orrore della guerra».
Toccanti anche gli interventi di Aligi Soldati e Armando Spinelli, esuli istriani che hanno partecipato al viaggio. «Per noi esuli la sofferenza del distacco è un peso continuo e fare ritorno nella nostra terra d'origine dopo tanto tempo è stato davvero straziante. A questo dolore però si contrappone la riconoscenza verso chi in questi anni ha lavorato con attenzione perchè le nostre vicende di esuli non fossero solo un racconto da fare in famiglia ma acquistassero un peso e un valore storico agli occhi dell'intera cittadinanza. E la partecipazione a questo viaggio ci ha dimostrato che la città di Lucca, che ci accolto 60 anni fa, adesso conosce anche la nostra storia».
Il primo giorno di viaggio, venerdì 14 marzo, i due pullman lucchesi hanno raggiunto Gonars (Udine), dove – accolti e guidati dal sindaco e dall’assessore alla Cultura della città - hanno visitato il Sacrario eretto in ricordo del campo di concentramento fascista di Gonars che nel 1942 arrivò a contenere oltre 6000 internati. In questo campo furono successivamente trasferite migliaia di persone provenienti dall’Isola di Rab, soprattutto croati e sloveni.
Nello stesso giorno il gruppo ha visitato la città di Pola dove i rappresentanti di Comune e Provincia insieme agli altri cittadini lucchesi partecipanti al viaggio, sono stati accolti dalle autorità locali nella sala del consiglio comunale. È stata questa l’occasione per progettare un percorso di conoscenza e di scambio culturale tra le due città, anche coinvolgendo gli studenti delle scuole. L’incontro si è concretizzato anche grazie all’intervento istituzionale della Prefettura di Lucca.
I legami tra Pola e Lucca sono già forti perchè molti esuli polesani raggiunsero la nostra città dove furono accolti e dove in buona parte dei casi scelsero di rimanere a vivere.
Il sabato la delegazione lucchese ha raggiunto l'isola di Rab ed è stata la prima rappresentanza ufficiale italiana che abbia fatto visita a questo luogo. Rab (o Arbe, in italiano) è una delle isole che costellano il lato orientale dell’Adriatico, oggi territorio della Repubblica di Croazia. Il campo di concentramento fu aperto nel luglio del 1942 per deportarvi la popolazione che si ribellava all'invasione italiana della Jugoslavia ed ospitò complessivamente circa 10mila persone tra sloveni, croati e ebrei. In poco più di un anno di funzionamento (il campo fu chiuso l’11 settembre del 1943), a Rab morirono circa 1.500 internati, per lo più stremati dalle condizioni disumane in cui erano costretti a vivere.
Un'altra tappa significativa del viaggio è stata la visita al comprensorio di Padriciano che fu centro di accoglienza per gli esiliati e adesso è sede di un museo. Il centro, una volta dismesso come base periferica delle forze armate angloamericane di stanza a Trieste, venne riutilizzato per far fronte all’emergenza, sempre più pressante a partire dagli anni ’50, con dei picchi nel 1954-55. Da lì i gli esuli istriani partivano per essere smistati nei Centri Raccolta Profughi della penisola.
Il centro, dismesso definitivamente nei primi anni ’70, conserva inalterata la struttura originaria. Si tratta infatti di uno dei pochissimi campi del territorio nazionale che non abbiano subito modifiche o stravolgimenti dopo la cessazione del loro utilizzo.
La visita al museo è stata preceduta dalla visita alla Foiba di Plutone, tra Padriciano e Basovizza (Trieste).
