I Carabinieri del Comando Provinciale di Lucca, sin dalle prime ore dell’alba di oggi 9 ottobre stanno procedendo, in Toscana e Calabria, all’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare emessi dal G.I.P. del Tribunale di Firenze, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Gli indagati, gravitanti nelle provincie di Lucca, Pistoia, Crotone e Reggio Calabria, sono accusati di far parte di due distinte associazioni per delinquere: una finalizzata ad estorsioni, minacce, incendi e detenzione di armi e l’altra finalizzata al traffico di stupefacenti.
Al capo delle due diverse organizzazioni criminali, Giuseppe LOMBARDO, un calabrese dimorante ad Altopascio da diversi anni, indiziato mafioso ed appartenente ad una storica famiglia di ‘ndrangheta.
L'operazione “Runner-Lupicera” ha coinvolto il DDA di Firenze, la Guardia di Finanza ed i Carabinieri di Lucca.
Anche in Toscana possono mettere le radici mafie storiche che, solitamente, operano in altre zona d'Italia. Ed è ciò che è stato scoperto dalle forze dell'ordine a seguito di lunghe indagini iniziate nella primavera 2011 e che sono state svolte sino ad oggi nella totale cooperazione e sinergia.
È stata infatti scoperta a Lucca l'attività di due gang che tendevano a muoversi come vere e proprie organizzazione mafiose. Figura predominante, un catanese con origini nella 'ndrangheta.
Le persone coinvolte stavano diffondendo sul territorio il loro potere intimidatorio: senza macchiarsi di reati di sangue, il sodalizio commetteva comunque reati riconducibili ad attività mafiose.
I Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno lungamente lavorato, anche con molte difficoltà, per portare a compimento l'indagine ultimata quest'oggi 9 ottobre.
Conclusione dell'operazione: 13 arresti e 1,4 milioni di beni sequestrati. Coinvolti 100 militari, 4 unità cinofile ed 1 elicottero.
Tutto è iniziato a maggio del 2011, quando venne appiccato un incendio ai furgoni appartenenti a due fratelli imprenditori edili di Altopascio. Fin da subito fu palese il fine: era un messaggio intimidatorio di origine mafiosa. Poco più di un mese più tardi, il 9 giugno 2011, uno dei fratelli fu vittima di un tentativo di incendio. Un membro del “clan” infatti ha lanciato una molotov nel giardino di casa. Questa non è esplosa, ma ha conseguito comunque il suo fine: incutere timore. Ormai era certo per i Carabinieri che si trattasse di qualcosa di sistematico, riconducibile ad associazioni a delinquere ben organizzate ed attive sul nostro territorio.
A tirare le fila, Giuseppe Lombardo che manipolava non una, ma due associazioni a delinquere, già “figlio d'arte”.
Suo padre infatti, Antonino Lombardo è membro noto della 'ndrangheta. Dopo un attentato contro la sua persona, in cui perse la vita uno dei suoi figli, decise di sparire dalla circolazione, trasferendosi ad Altopascio, dove però si è sempre vantato del suo passato mafioso, e definendosi ancora membro pericoloso della 'ndrangheta. La famiglia Lombardo, trasferitasi in provincia di Lucca, ha comunque mantenuto contatti con la famiglia Facchineri (alla quale Giuseppe Lombardo ha dichiarato di appartenere per legami lontani), noti malviventi attivi a Milano, a cui i Lombardo portavano denaro riciclato e droga acquistata in Calabria. Droga che veniva anche spacciata nella provincia di Lucca.
Lombardo e la sua gang, persone prive di scrupoli e sottomesse al potere gerarchico del loro boss, pur non essendo a tutti gli effetti una cosca mafiosa, si spacciavano per tali ed operavano con gli stessi metodi.
Per questo motivo i Carabinieri di Lucca, segnalarono il caso alla Direzioni Distrettuali Antimafia di Firenze.
Nel frattempo, anche la Guardia di Finanza stava indagando sui Lombardo poiché tutti dichiarati nullatenenti o quasi, ma con ville e auto di lusso.
- Antonio Scavelli, uomo di fiducia e tuttofare di Lombardo, nonché spacciatore di droga per conto del medesimo. Residente ad Altopascio.
- Gianluca Cecere, napoletano, domiciliato ad Altopascio, pusher che ha tentato la fuga a Cirò Marina (KR).
- Salvatore Spataro, cognato del Lombardo, calabrese residente a Chiesina Uzzanese, spacciatore e corriere della droga dalla Calabria alla Toscana.
- Salvatore Varsalona, palermitano residente ad Altopascio, assassino, spacciatore, trafficante d'armi e violento “riscossore dei crediti” per conto dell’organizzazione, che non disprezzava di usare la minaccia a mano armata per spaventare e soggiogare gli acquirenti dello stupefacente inadempienti; risulta coinvolto nell’incendio di una fabbrica in S. Croce sull’Arno nel marzo del 2012, a seguito del mancato pagamento di una partita di droga.
- Alessio Mecca, pesciatino residente ad Altopascio, spacciatore, insieme al VArsalona, della droga che Spataro portava ad Altopascio per conto del LOMBARDO;
- Fabio Nottoli, di Altopascio, accusato di aver scagliato una molotov nell'abitazione di uno dei fratelli imprenditori edili. Assolto per mancanza di prove.
- Giuseppe Violi, residente a Cittanova (RC), creava nascondigli nelle autovetture per occultare la droga.
- Michele Napoli, residente a Melicuccà (RC), altro corriere di fiducia.
- Angelica Zottola, moglie di Giuseppe Lombardo; Maria Lombardo, sorella di Giuseppe e moglie dello Spataro, entrambe pienamente consapevoli della vita illecita dei mariti ed attive all’interno dell’organizzazione; la Zottola aiutava il marito a nascondere la cocaina; il marito la nomina con fierezza una “donna di ‘ndrangheta”. Lombardo Maria invece aveva fornito ai clienti lo stupefacente del marito, ritirando anche il denaro;
- Francesco Benevento, crotonese residente ad Altopascio che, come altri, acquistava cospicue quantità di droga, da rivendere poi tramite i suoi canali;
- Antonio Barbuto, calabrese residente a Pescia (PT), anch’egli spacciatore.
- Luca Tomei, di Castelfranco di Sotto (PI), spacciatore e che, inoltre, ha fatto da intermediario tra il Lombardo e dei nomadi per l’acquisto di 4 fucili rubati e relative cartucce, ritrovate e sequestrate dai carabinieri durante le indagini.
I Carabinieri hanno prevalentemente investigato sulla parte militare dell'organizzazione. La Guardia di Finanza ha invece concentrato la propria attività sulla situazione economico-finanziaria del Lombardo e della sua gang. Il Lombardo era solito dichiarare introiti annuali pari a 0 o poco più. Salvo poi abitare in una maestosa villa sita in Altopascio e guidare una BMW serie 5 dal valore di 70.000 euro. Al Lombardo sono stati sequestrati, sotto ordine del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Firenze: la villa, una villetta, diversi terreni, l'auto tedesca citata, una Renault Clio del 2013, una VolksWagen Golf 2.0, vari titoli (per un valore di 45.000 euro), una moto poiché di origini non dimostrabili se non illecite. La Lombardo Maria aveva dichiarato, nel 2011, 452 euro e, nel 2010, 251 euro, mentre il marito aveva dichiarato 17.956 euro annui nel 2011 e 0 euro nel 2010.
Al Lombardo e i suoi sottoposti sono attribuiti i seguenti reati:
- L’attentato incendiario a due autocarri di una coppia di fratelli imprenditori edili di Altopascio e poi all’abitazione di uno dei due.
- L’incendio, nel luglio del 2011, dell’autovettura di un albanese, ex dipendente di un amico del Lombardo.
- L’incendio di una magazzino di S. Croce sull’Arno e le minacce di morte, effettuate a mano armata, nei confronti del proprietario dello stesso, che non aveva ancora pagato l’acquisto di alcune partite di cocaina.
Altri dettagli sulle attività svolte nel corso delloperazione:
- Nel maggio del 2012 è stato sequestrato a Lamezia Terme oltre un chilo di marijuana, detenuto dallo Spataro a bordo di una Punto, abilmente modificata dal carrozziere Giuseppe Violi per nascondere la droga.
- A settembre del 2012 sequestrati 150 grammi di cocaina all’interno del cassone di un camion, in un deposito di Altopascio; i Carabinieri sono riusciti a filmare il Lombardo mentre si reca presso il nascondiglio, verificando la mancanza dello stupefacente, già prelevato dai militari.
- Il sequestro, nell’aprile del 2012, di tre dosi di cocaina allo Scavelli.
- Arresto del Varsalona, nel dicembre 2012, con 20 grammi di cocaina.
- Arresto del proprietario della ditta di S. Croce sull’Arno, incendiata dal Lombardo, con 10 dosi di cocaina cedutegli dal Varsalona.
- Il sequestro di alcune quantità di droga a diversi tossicodipendenti, cedute loro dal Cecere Gianluca o dal Mecca Alessio per conto del Lombardo.
- Arresto citato del Lombardo ad Orvieto con mezzo chilo di cocaina.
All’associazione si contesta anche la detenzione e il porto in luogo pubblico di armi. Il Lombardo si vantava di possedere ben 17 fucili.
Anche il Prefetto Cagliostro ha voluto porgere le proprie congratulazioni alle forze dell'ordine che hanno concorso alla conclusione dell'operazione.