È accaduto sabato mattina in Piazza San Michele, tra gli sguardi incuriositi dei passanti.
La lite inizia quando una giovane band, composta da due chitarristi, e regolarmente autorizzata ad esibirsi sotto l'orogolgio del Palazzo Pretorio, attacca a suonare.
A questi “complessi musicali”, per chi non lo sapesse, viene rilasciato uno specifico permesso che regolarizza le performances, ma che, al contempo, le limita nel tempo, ovvero i musicisti possono suonare per mezz'ora, un'ora, dipende dai casi.
Poco distante dai due giovani però, o meglio, appena di fianco, una intera famiglia, con tanto di bambino al seguito, stava invece facendo musica dall'inizio della mattinata (evidentemente contravvenendo alle disposizioni impartite) e, quando i giovani hanno iniziato la loro esibizione, non ha affatto gradito che gli venisse tolto il “palcoscenico”.
Da qui sono iniziate, da parte del padre musicista, delle invettive contro i due, i quali, cercando di mantenere la calma, hanno tentato invano di spiegare all'uomo che adesso era il loro turno e che avrebbero comunque potuto alternarsi, suonando un po' per uno.
A nulla però son servite queste rassicurazioni; l'uomo ha cominciato a gridare che “Sono padre di famiglia, ho più diritto di voi di stare qua, andatevene!”, e così poco ci è mancato che i due gruppi arrivassero alle mani, mentre una folla di voyeurs si era ormai accalcata sui gradini della piazza per guardare il teatrino.
A placare gli animi è fortunatamente intervenuta la Polizia Municipale che, parlando con entrambe le “fazioni”, ha riportato in ordine la situazone, senza però dar nessun seguito alla vicenda.
Quello che ci chiediamo allora è: “ok i permessi, ok l'intervento dei vigili, ma mentre un po' di musica, purché di buona qualità, può ravvivar la piazza ed esser gradevole da ascoltare durante una passeggiata in centro, stare invece ore ed ore a suonare chiedendo l'elemosina, oltretutto con l'ausilio di un bambino che al massimo avrà avuto 3 anni, non è più considerato reato?"
