La Polizia di Lucca ha contribuito questa notte, alla conclusione del maxi blitz contro la 'ndrangheta da parte della Squadra Mobile della Questura di Milano (QUI l'articolo di cronaca nazionale) , che ha arrestato 33 persone per il reato di associazione mafiosa, riciclaggio, usura, estorsione, corruzione, esercizio abusivo del credito e intestazione fittizia di beni e società.
Con l’operazione, è stata smantellata una vera e propria ''banca clandestina'', gestita dalla 'ndrina di Desio, espressione della famiglia calabrese in Brianza, con base a Seveso (MB).
Il tutto con la complicità di un'ampia rete di società di copertura e della collusione di dipendenti postali, bancari e di imprenditori.
Centinaia i poliziotti impiegati nell'operazione - coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano - in Lombardia ed in altre regioni italiane, tra cui la Toscana: dalle prime ore dell'alba sono stati eseguiti gli arresti e sequestri di beni (mobili, immobili e società) del valore di decine di milioni di euro disposti dal Gip del tribunale di Milano, oltre a decine di perquisizioni.
I reati contestati sono in gran parte aggravati dall'utilizzo del metodo intimidatorio tipicamente mafioso e dalla finalità di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa.
Praticando infatti l'usura ed il riciclaggio di flussi di denaro di provenienza delittuosa, l'organizzazione, oltre ad esportare capitali in Svizzera ed a San Marino, li ha reimpiegati acquisendo il controllo di attività economiche, in particolare nel settore edilizio, dei trasporti, della nautica, delle energie rinnovabili, del commercio, della ristorazione, e degli appalti e lavori pubblici.
Nella nostra provincia, in particolare, una squadra di investigatori della Sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Lucca stanotte alle 4.00 ha effettuato una perquisizione presso l'abitazione di un imprenditore 61enne del settore nautico, incensurato, ed al suo cantiere navale di Viareggio.
L’ uomo, che è parte offesa nel presente procedimento penale, vantava un credito di ben 240.000 euro da un imprenditore di origini calabresi, per alcuni lavori che aveva effettuato su due grosse imbarcazioni per conto di quest’ultimo.
Dopo alcune riunioni effettuate anche a Severo, l’imprenditore versiliese è stato costretto con minacce e pressioni varie, derivanti sopratutto dalla coazione psicologica imposta dalla ‘ndrangheta, ad accettare come “socio occulto” un affiliato alla cosca calabrese operante in Brianza.
I poliziotti hanno sequestrato numerosa documentazione che comprova questi legami di malaffare. Non possono essere forniti ulteriori dettagli sul conto dell’imprenditore, parte offesa e dunque vittima dei reati ipotizzati.