“L’invidia della candidata del centrodestra Maria Pia Bertolucci nei confronti del successo alle primarie di Luca Menesini ci rallegra, perché ne dimostra una preoccupante debolezza politica."
Con queste parole gli "orange" rispondono alle ultime dichiarazioni della Bertolucci.
"Nessuno di noi - prosegue la nota - " è stato mobilitato perché si mettesse la maglietta arancione, anzi. Se dobbiamo raccontare la verità, la sera dell’ultimo confronto fra candidati ad Artè, che s’è tenuto giovedì 6 febbraio scorso, Menesini non sapeva nulla della nostra idea. Abbiamo realizzato le magliette a sua insaputa, per fagli una sorpresa. Capiamo che per Bertolucci, abituata alla vecchia politica e a quella berlusconiana dove le persone devono essere obbligate a fare qualcosa, sia difficile accettare che tanti giovani, molti sotto i 30 anni, si siano appassionati alla politica capannorese grazie a Menesini. Questo però è un dato di fatto. Molte ragazze e ragazzi hanno incontrato in Menesini un esempio di bella politica, in quanto persona che lascia libertà d’azione, espressione e partecipazione, e per questo oggi lo sostengono con calore, entusiasmo e passione.
Inoltre suggeriamo a Bertolucci di non parlare, quando si riferisce a noi, di Prima Repubblica. All’epoca della Prima Repubblica noi o eravamo nella pancia delle nostre mamme o andavamo alle scuole elementari. L’unica adulta, e nel suo caso anche politicante attiva, nei primi anni Novanta era lei. Noi quella politica, dove le cose si facevano ma non si dicevano, non l’abbiamo conosciuta e, soprattutto, non ci appartiene. Facciamo le cose e le nostre scelte alla luce del sole, come pensiamo sia giusto. Infine una precisazione sui collaboratori. La frase che dice Bertolucci è pericolosa: vogliamo ricordarle che l’Italia ha una Costituzione che sancisce la libertà delle persone. Nel pieno rispetto di questo inviolabile principio, le chiediamo di non entrare più nella vita privata delle persone. Una brutta caduta di stile che dal punto di vista politico ci fa anche ben sperare. Se questi infatti sono i suoi argomenti per una campagna elettorale, siamo sicuri che ci divertiremo fino al 25 maggio”.
Il coordinatore de I Moderati interviene sulla vicenda arancioni-comitato pro Bertolucci
“Basta con i metodi della Prima Repubblica che tanto piacciono alla candidata Maria Pia Bertolucci, che mi pare evidente stia soffrendo di nostalgia per gli anni andati, quando nel 1995 era candidata nella lista di centrosinistra del presidente Vannino Chiti. Le persone hanno diritto alla trasparenza e alla chiarezza. Per cui ci vogliono le facce di questo comitato pro-Bertolucci che parla. Noi siamo sui social network, nelle foto, ovunque. Vogliamo vedere le facce dei nostri interlocutori. Altrimenti sarebbe meglio scegliessero la strada del silenzio”.
A parlare è Giacomo Bini, coordinatore della lista civica I Moderati, che in più occasioni ha indossato la famosa maglietta arancione, simbolo di sostegno a Luca Menesini.
“Facile fare così, ovvero parlare senza metterci la faccia – dice Bini –. La maggioranza degli arancioni sono ragazze e ragazzi dotati di passione entusiasmo e capacità di sorridere e mi sembra assurdo che risponda loro un anonimo comitato. Per quanto riguarda i collaboratori dell’amministrazione, inoltre, invito ad abbassare i toni, perché stiamo rasentando il ridicolo. Tutti sappiamo che sono persone serie, corrette che fanno bene il proprio mestiere. Nel loro tempo libero è legittimo che facciano quello che vogliono, purché nella legalità. Esprimere una passione politica, nel nostro Paese, è consentito a tutte le persone, per fortuna. Parliamo, per favore, di cose che interessano Capannori e i capannoresi”.