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IMU e TARES, le nuove tasse mettono in difficoltà le imprese artigiane

La CNA organizza una delegazione per confrontarsi con il Comune di Coreglia

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Sarà un autunno caldo per le imprese artigiane di piccole e medie dimensioni. Sono tante infatti le scadenze da rispettare, a partire dal versamento della Tares che a partire dal 2014 sarà sostituita dalla service tax. Il termometro della situazione si registra negli incontri organizzati sull’argomento dalla Cna. L’ultimo lunedì sera a Ghivizzano, molto partecipato dalle aziende, in cui si è deciso di costituire una delegazione delle aziende che si rapporti con l’amministrazione comunale.
Quella della pressione fiscale sulle attività produttive viene infatti ormai vissuta come un’emergenza da affrontare a tutti i livelli. «Purtroppo si va a incidere pesantemente sui bilanci sempre più in rosso di aziende che vengono da anni di difficoltà dovute alla crisi e che si trovano a dover penalizzare investimenti e occupazione per permettersi di sostenere l’aumento delle tasse». A parlare è il presidente provinciale della Cna, Luca Poletti, che per spiegare la gravità della situazione fa subito un esempio concreto: «un’azienda artigiana che nel 2011 pagava 4.112 euro tra Ici e Tarsu, oggi tra Imu e Tares prevede di pagarne 8.255. Il tutto condito da una totale incertezza sui costi futuri dovuti a una confusione generale si questi temi. Basti pensare all’ipotesi di aumento dell’Iva e all’introduzione della service tax».
Per questo motivo la Cna si sta muovendo a tutti i livelli per coinvolgere in un confronto con le aziende tutti i soggetti interessati, dai parlamentari locali, alla Regione, alla Provincia e alle amministrazioni comunali. «In particolare – prosegue– noi riteniamo che l’impianto della Tares sia completamente da rivedere perché caratterizzato da tabelle assurde che penalizzano in modo incredibile la piccola impresa a vantaggio delle banche e delle grandi aziende». E Poletti guarda anche al futuro perché in previsione della costituzione dei tre Ato a livello regionale, chiede che il costo di raccolta e smaltimento dei rifiuti venga rivisto e ridotto perché troppo alto e non omogeneo sul territorio. «Ci sono province che pur non avendo impianti di smaltimento pagano meno rispetto ad altre che invece gli impianti li hanno costruiti. E questo non è giusto. Per questo chiederemo incontri urgenti a tutti i soggetti che possono incidere su questa materia per ristabilire un principio di equità e costi sostenibili. I nostri uffici sono sempre a disposizione per segnalare casi di aumenti insostenibili in modo da poterci attivare in prima persona». Un appello che la Cna provinciale rivolge anche al proprio organismo nazionale per agire, di intesa con Rete Impresa Italia, affinché questo diventi un tema di mobilitazione generale a difesa degli artigiani e più in generale della piccola impresa.

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