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Il volontariato, l’anima della solidarietà!

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In tutt’Italia, 365 giorni l’anno, il volontariato è il vero protagonista della quasi totalità delle nostre attività sul territorio. Dai barellieri delle ambulanze, che ogni giorno trasportano malati e salvano centinaia di vite umane, agli assistenti dei portatori di handicap, che coadiuvano i diversamente abili nelle loro attività. Cosa rimarrebbe di tutto questo, senza il terzo settore? Probabilmente Niente. Ciò che spinge le persone a fare del bene al prossimo è difficilmente spiegabile.

Ogni soggetto ha una propria motivazione interiore, che lo porta ad impiegare parte del tempo a disposizione in qualcosa di completamente gratuito ma allo stesso tempo appagante. La capacità aggregativa delle organizzazioni no profit, come la misericordia, ad esempio, è essenziale affinché, chi ne faccia parte, si senta “importante” e utile per la realizzazione di un fine superiore, come quello legato al “benessere collettivo”.

Oltre a quanto detto, la capacità attrattiva in questione è anche un mezzo per socializzare e generare nuove relazioni sociali, di carattere amicale o conoscitivo. Un classico esempio di tutto questo, sono le associazioni dei donatori di sangue. Lo stare insieme, il ridere, lo scherzare, fa crescere il numero degli iscritti, aumentando le donazioni di plasma, piastrine, globuli rossi e bianchi. Non a caso, ogni tanto, vengono anche organizzate cene o pranzi, perlopiù paesani, allo scopo di rafforzare il legame sociale fra “donatore” ed “organizzazione”. Lo stesso fine lo hanno anche le gite fuoriporta, e le scampagnate in montagna (con annesse grigliate e stuzzichini). Il terzo settore, nel nostro paese, ha un’ampia percentuale di aderenti (rispetto agli altri stati membri dell’unione europea).

Da punto di vista relazionale, rappresenta soprattutto un percorso formativo, che porta il soggetto ad arricchire il proprio bagaglio culturale, attraverso esperienze di carattere relazionale ed emotivo. Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe rendersi protagonista di queste attività.

E’ essenziale rendersi conto di quanti problemi esistano al di fuori del nostro contesto, e di come ognuno di noi possa fare la propria parte per risolverli. Non è semplice trovare del tempo libero e dare un contributo concreto, specialmente per chi lavora, studia, o è impegnato in altre opere ma con la buona volontà, e un pizzico di inventiva, è possibile fare anche questo sforzo e rendersi parte attiva della voce del verbo “aiutare”.

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