Non è semplice descrivere l’emozione che si prova camminando a piedi nudi su un prato. La natura, il più delle volte, genera emozioni del tutto inaspettate. I boschi, le montagne, il mare, tutte queste meraviglie incontaminate potrebbero, un giorno, essere in serio pericolo grazie alle politiche industriali e produttive che il nostro continente, e non solo, sta intraprendendo.
Per produrre un semplice foglio di carta, ad esempio, sono necessari innumerevoli litri d’acqua che potrebbero, di per sé, essere utilizzati in altro modo. Nonostante questo, La salute dell’ecosistema mondiale non dipende unicamente dalla produzione aziendale ma è di gran lunga influenzata anche dal comportamento individuale di ognuno di noi. Chi non ha mai gettato un fazzoletto di carta per terra o una lattina al di fuori del cestino dei rifiuti? Almeno una volta nella vita è capitato a tutti. Ma è sbagliato! Sembrano azioni prive di importanza ma, nonostante quest’impressione, tali eventi sono caratterizzati da un forte impatto ambientale. Alcuni materiali, tra cui l’alluminio e la plastica, necessitano di migliaia di anni prima che il processo biologico li disgreghi.
Quanto detto, di fatto, comporta un inquinamento quasi perpetuo del terreno, che annienta ogni via di uscita. E’ semplice rovinare in un secondo ciò che la natura ha generato in migliaia e migliaia di anni. Le falde acquifere, ad esempio, sono incredibilmente sensibili ad ogni tipo di sostanza immessa artificialmente. Ciò che viene dismesso nei terreni filtra nelle fonti artesiane (una volta cristalline) e giunge, in ultima istanza, nei nostri bicchieri. Sembra impossibile ma è così.
Dal punto di vista relazionale, è necessaria una cultura del “rispetto”. Una sorta di modo di vivere, che spesso viene sottovalutato da ogni parte del mondo. In una società consumistica come la nostra, il fine ultimo di ogni azione è la soddisfazione personale. Nella vita di tutti i giorni tale realtà si tramuta nella produzione di beni e servizi che generano delle esternalità permanenti (inquinamento atmosferico, terrestre e acustico). Un modo semplice e concreto per difenderci da tutto questo è dire basta! Stop all’inquinamento e alla superficialità.
Dobbiamo capire che un giorno il mondo sarà in mano ai nostri figli eredi, forse, di un pianeta distrutto e al limite della decenza ambientale. Una distruzione che potrebbe essere ancora evitata se solo capissimo l’importanza dell’educazione e della cura del creato. Le relazioni che intercorrono fra noi e l’ambiente sono infinite.
L’annientamento di quest’ultimo provocherebbe la frattura di questi scambi e la distruzione, personale e collettiva, di ognuno di noi.