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I viaggi dell’esistenza; traguardi e punti di passaggio...

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Ci siamo mai chiesti cosa sia un viaggio?

Nella mentalità diffusa, questo termine, indica un “tragitto” condiviso effettuato per propria iniziativa o per circostanze legate alla vita personale (o all’esistenza). Spesso, nell’accezione collettiva, la parola in questione è strettamente legata alle “vacanze”, compiute per motivi di svago o di relax.
Ma è davvero tutto questo quello che racchiude?
Probabilmente no.

Viaggiare è sempre stata una delle attività più importanti della nostra società, specialmente in Italia. Nasciamo, di fatto, come popolo di “migranti” (per tutto il 900’) e ci trasformiamo in nazione di grandi sognatori.
Nella nostra vita, inoltre, vengono poste in essere situazioni diversificate (di varia natura), che rappresentano punti di “passaggio”.
Tali trasformazioni, in verità, si rivelano come “rotture” (movimenti da uno “stato esistenziale” all’altro), che ci proiettano verso nuove dimensioni. Anche questi “eventi”, possono definirsi “viaggi”; percorsi esistenziali spesso programmati ma quasi sempre “improvvisi” e non voluti. Dal punto di vista relazionale, questi “excursus di vita”, rappresentano un’opportunità di scambio e di conoscenza da non sottovalutare.
Quante volte, durante una nuova esperienza, ci è capitato di conoscere persone a noi sconosciute, che poi sono diventate indispensabili? Non poche, penso.
E’ lecito immaginare, quindi, quante nuove storie o esperienza siano nate, sotto questa falsa riga.

Opportunità e vantaggi, non del tutto indifferenti, possono poi scaturire da tutto questo. Basti pensare alla realtà che ci circonda. Essa è relazionale e, come tutte i “legami”, necessita di una costruzione continua, giorno per giorno. Nuovi scenari, e nuove “vie comunicative” nascono solo ed esclusivamente in virtù di fantastiche scoperte legate a nuovi luoghi, e nuove esistenze. E’ per questo che senza scoperta, non c’è esperienza.

Come possiamo convivere con gli altri, in una società priva di innovazioni? E’ impossibile!
Come è “innaturale” incontrare un lago senza acqua, o un oceano senza pesci. E’ per tali motivi che è necessario “lasciarsi andare” a nuove “avventure”, di qualunque genere od entità “positiva”.
Spesso, però, siamo presi da nuove “paure” o semplicemente dall’inesperienza. L’insicurezza, di per sé, è un prodotto del panico e non ha motivo di esistere.
Perché continuare a tormentarsi quando là fuori c’è un mondo che ci aspetta?
Perché stare a casa, quando la vita è così meravigliosa?

Sta a voi riflettere e prendere atto della bellezza dell’esistenza.

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