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La società come relazioni di sottosistemi... È davvero così?

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L’intera società in cui viviamo, fin dalle origini, è oggetto di mille interpretazioni.
Psicologi, Sociologi, economisti, si chiedono da sempre come ciascun “modo di vivere” influenzi le architetture fisiche e sociali, che caratterizzano le più note città, paesi e grandi nazioni dell’ecosistema mondiale.

Non è mai troppo tardi per scoprire, insieme, le diverse interpretazioni che hanno cambiato per sempre il nostro modo di pensare e concepire la realtà che ci circonda.
Talcott Parsons, ad esempio, (noto sociologo statunitense), considera la società come un complesso di sistemi e sottosistemi, tendenti all’equilibrio, ognuno dei quali caratterizzato da un compito ben preciso. E’ una visione abbastanza schematica, che descrive gli esseri umani come soggetti “in relazione” e reciprocamente “dipendenti”. Una concezione simile l’ha anche Herbert Spencer, studioso britannico, che identifica l’ambiente in cui viviamo come un organismo “sociale”, formato a sua volta da vari organi, tendenti alla conservazione dell’insieme. Accanto a queste visioni di stampo “positivista”, abbiamo poi punti di vista “costruttivisti”.
Quest’ultimi, di cui fanno parte anche Gian Battista Vico e Garfinkel, vedono la realtà come una co-costruzione, frutto delle interazioni sociali dei diversi protagonisti (all’interno del contesto naturale e sociale).

La realtà, di fatto, è generata dalla “comunicazione”, che a sua volta è delineata da processi diversificati. La fenomenologia, ad esempio, si occupa di analizzare e spiegare le differenti esperienze vissute, fissando le connessioni evidenti e traendone un senso. Esponente di spicco di tale corrente è sicuramente Alfred Shütz. Di origini austriache, il suo pensiero rispecchia due punti di vista già noti all’epoca. Quello di Weber e di Husserl.
Non è semplice identificare quale tra queste visioni sia più attinente alla realtà. Sicuramente, la sociologia in sé, è un insieme di “saperi”, di “paradigmi”, e a rigor di logica non esiste un punto di vista totalmente vero e un altro indiscutibilmente falso.

Ognuno di essi si compensa, dando vita ad una moltitudine di interpretazioni. Ogni realtà che ci circonda, è altamente complessa. Nessuno di noi, nell’arco dell’intera vita, riuscirà mai a capirla e a comprenderla totalmente. Ed è per questo che, sempre più spesso, facciamo ricorso a degli artifizi, come ad esempio le “astrazioni” o gli idealtipi.
Quest’ultimi, sono un abile mezzo per ridurre la complessità dell’esistenza, e nonostante tutto sono lo stesso altamente articolati e di non facile comprensione.

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