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Le separazioni nel nuovo millennio: perché?

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Le separazioni, da che mondo e mondo, generano (il più delle volte) angoscia e incomprensioni.
Una crisi coniugale, o “more uxorio”, ha spesso risvolti drammatici, specie se legata a minori o soggetti “deboli”.

Le aule dei tribunali sono costantemente “strapiene” di procedimenti “separatori” o “divorzisti”, e le statistiche al riguardo non accennano a diminuire. Tutto questo, perché?
Le spiegazioni possono essere delle più varie, sia di carattere “psicologico” che sociale.

Nella società “liquida” attuale, come direbbe Bauman, si sviluppa una volontà soggettiva di “autonomia”, che mal si sposa con una vita fatta di “condivisione” e “compromessi”. Ognuno di noi, di fatto, vuol esprimere la propria “personalità” e questo (spesso), porta all’indebolimento dei rapporti di coppia, che non resistono più a talune “esigenze”.

La felicità del singolo viene prima del gruppo, ed è questo che ci proietta alla “temporalità” dei rapporti di coppia. Per cambiare mentalità, e salvare i legami affettivi, sarebbe necessario modificare le architetture mentali in questione, cercando di porre in primo piano il legame, prima della persona. Quanto detto, però, non è di facile attuazione. In una società segnata dell’effimero, infatti, non è automatico concentrarsi sulla forza delle relazioni, che pian piano si trasformano in qualcosa di astratto, e non di concreto. Nell’Analizzare ciò che ci circonda, di fatto, è naturale vedere superficialità e debolezza. Questo dipende, ad onor del vero, anche dai continui messaggi che ci lanciano i mass media, improntati spesso più sull’apparire che sull’essere. L’uomo e la donna, in sostanza, stanno sempre più diventando merce di consumo, e non “entità” bisognose di affetto e d’amore.

Il processo di reificazione, nonostante tutto, è in piena attuazione, nella società materialista in cui viviamo attualmente. La soluzione definitiva a questa “disfunzione” consiste nel rendersi conto che dentro ognuno di noi non è presente soltanto un singolo oggetto, ma una vita degna di questo nome. Sarebbe comodo lavarsi le mani di tutto e andare avanti.. ma non è possibile! L’indifferenza e l’effimero, esercitate contemporaneamente, provocano il declino della nostra società e la sua distruzione. E’ necessario riscoprire il valore dei legami affettivi, sia nelle difficoltà che nei bei momenti. Il tutto, in virtù del fatto che niente è come sembra, e nell’assenza più totale di “profondità”, può sorgere ancora qualcosa di emozionante, prezioso, resistente e altamente “duraturo”.

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