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I treni. Semplici mezzi, o sprazzi di vita?

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Viaggiare in treno, da sempre, è un operazione semplice e diffusa. Milioni di italiani, per lavoro o per hobby, utilizzano questo mezzo di locomozione (preferito ad auto e pullman) quasi quotidianamente. Sul nostro territorio, però, il “pendolare” non ha vita facile.

Ha che fare, ogni giorno, con mezzi non proprio “ottimali”, specialmente nelle tratte regionali e brevi. Questo perché, i finanziamenti principali, sono orientati verso i mezzi ad “alta velocità”, più performanti e capaci di generare un più ampio rientro “economico”.

Le proteste da parte degli utenti, di fatto, non sono mai servite realmente. I ritardi si accumulano sempre più, e la vita “ferroviaria” diventa ogni giorno più frenetica. In passato però, il viaggio in treno, era strettamente correlato all’addio.

Quante persone, nei primi anni del 900’, hanno salutato per l’ultima volta i propri figli o partner, costretti a cercar fortuna in nuove città e in zone sconosciute? Sono celebri le foto dei baci al “volo”, o dei fazzoletti esposti dai finestrini, simboli di un passato che non esiste più. Con i nuovi mezzi di comunicazione, smartphone o personal computer, l’addio “perenne” non è più presente.

Chi è a New York, ad esempio, può tranquillamente comunicare con un parente o la fidanzata residente in Italia. La lontananza, di fatto, ha assunto significati diversi, rispetto al passato. E’ più legata ad un aspetto “fisico”, che mentale. E’ sicuramente vero che una cosa è parlare di persona ed un’altra attraverso uno strumento “digitale”, ma la potenza del “messaggio”, può comunque avere un suo peso.

Analizzando, inoltre, le varie raffigurazioni, la filmografia ha “storicamente” rappresentato i “treni” con differenti connotazioni, a seconda dei “generi” sviluppati. Basti pensare, ad esempio, al film “Trappola sulle montagne rocciose”, con Steven Segal (denso d’azione) dove il treno diventa la “location” di emozionanti e complicate avventure.

Di altro genere, invece, è la pellicola intitolata “il pianista”, di Roman Polanski, dove questi “mezzi” fanno da cornice ad una delle più grandi tragedie del nostro tempo, la shoah.

I diversi scenari, quindi, influiscono “enormemente” sulla visione dell’insieme. Resta il fatto, però, che l’esistenza ordinaria di ognuno di noi, passa anche dagli “sposamenti” personali, nati da scelte e occasioni lavorative meditate o improvvise. Il “treno”, di fatto, diventa anche un mezzo di “svolta”, di un passato spesso “desideroso di esser dimenticato” e un futuro che “attende di essere scoperto”.

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