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70° anniversario dell'ex Campo di Prigionia del Compitese

Capannori celebra i suoi militari caduti in guerra

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Capannori celebra il 70° anniversario dell'8 settembre con una cerimonia all’ex campo di prigionia di Colle di Compito, in località ’Il Pollino’ nell’area della Gherardesca, in programma  domenica 8 settembre alle ore 10.
L’iniziativa realizzata per ricordare  i militari italiani caduti  è promossa dal Comune e dal Comitato provinciale Anpi Lucca.
Dopo il saluto del sindaco, Giorgio Del Ghingaro, interverranno, Giovanni Cipollini, rappresentante di Anpi e lo storico Italo Galli, autore di un volume dedicato proprio all’ex campo di prigionia.

Saranno presenti i rappresentanti dell’Anpi provinciale  delle  8 sezioni Anpi della provincia, poiché per l’associazione nazionale partigiani d’Italia l’ex Campo di prigionia di Colle di Compito costituisce un  punto di memoria di valenza provinciale.
L’area dell’ex campo di Prigionia di Colle di Compito è uno dei luoghi attraversato dalla ‘Via della Memoria’, il percorso voluto dall’amministrazione Del Ghingaro e iniziato pochi giorni fa a Gragnano con la cerimonia di commemorazione di Antonio Chines e Giuseppe Angelo Pera, per ricordare trenta località del territorio che sono state teatro di episodi, spesso tragici, legati alla seconda guerra mondiale.


L’ex campo di concentramento P.G. N. 60 fu  aperto nel settembre del 1943. La storia del campo di concentramento inizia nella località detta “Il Pollino” nella proprietà dei Ravano (ex Gherardesca), come campo di prigionia per gli inglesi: siamo agli inizi degli anni ’40. Il luogo è sul finire del padule, sotto lo sguardo dell’ arroccato borgo di Castelvecchio e a due passi dalla ferrovia e dalla locale stazione di Colle, è la linea Lucca-Pontedera, che mette in collegamento le zone della Lucchesia con la Piaggio, tratto poi soppresso nel 1958. Dopo il settembre del 1943 il campo viene destinato a prigionieri civili, politici e non, ebrei e sudditi di paesi nemici, tutti insieme in uno spazio ristretto, quello delle baracche, in totale promiscuità. Ad aggravare la situazione c’era il clima e la localizzazione dei campi: la vicinanza al padule, con il caldo e l’umidità.

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