Facebook è sicuramente uno strumento utile a velocizzare la comunicazione, tenersi in contatto con gli amici, condividere foto ed esprimersi. Esprimersi sì, ma nel modo corretto.
Un ragazzo lucchese dell'84, ha ben pensato di scrivere sul noto social network un post riguardante l'Arma dei Carabinieri. L'intervento del ragazzo recitava qualcosa di simile: "Una serata magnifica come questa non poteva che terminare stamani alle 6 con una pattuglia dei Carabinieri che mi ha fermato per fare il test del palloncino. La prima volta sono risultato positivo (1,20) ma, per fortuna, prima di effettuare il secondo test è arrivata un'altra auto dei Caramba guidata da un mio amico in servizio che ha fatto il test per me, facendomela passare liscia. Tutto questo non ha prezzo".
Questo post ha attirato l'attenzione dei militari che come prima cosa hanno subito iniziato a cercare nei registri tutti gli interventi effettuati dai posti di controllo di CC, Polizia e Municipale. Il nome del lucchese non è mai comparso tra le persone controllate.
Decisi a chiarire quanto accaduto, anche per risalire all'identità del collega che avrebbe effettuato l'alcoltest al posto del giovane, i Carabinieri di Lucca lo hanno convocato in caserma. Appena interrogato ha subito ammesso di aver fatto una bischerata: "Ero in ritardo ad un appuntamento e per giustificarmi con chi mi aspettava ho scritto quella goliardata. Mi dispiace"
Visto che il ragazzo ha subito ammesso le proprie colpe, se l'è cavata con una lavata di capo.
Tornato a casa ha subito aggiornato il suo profilo Facebook, su cui ora si legge: "Chiedo scusa all'Arma dei Carabinieri. Ho scritto una cavolata: mi sono inventato tutto. Nessun controllo, nessun alcoltest e nessun amico militare".
Il social network di Mark Zuckerberg, se usato in modo inappropriato, può creare diverse grane: il ragazzo, per una banale bugia, ha rischiato di essere accusato per diffamazione e vilipendio.
Certi strumenti vanno usati con criterio.