Partecipa a LuccaCittà.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Un laboratorio scientifico per curare i platani in piazza Napoleone

Ecco lo stato dell’arte della manutenzione del verde monumentale cittadino

Condividi su:

Gli alberi, anche quelli monumentali che siamo abituati a considerare parte integrante di un determinato paesaggio urbano, come tutti gli esseri viventi hanno un loro ciclo vitale fatto di nascita, crescita e morte.

A questa regola generale, scontata quanto difficile da accettare, si impronta il lavoro dell’équipe di professionisti impegnati in città su diversi fronti a tutela del patrimonio verde: da quello dei platani di piazza Napoleone che sono inseriti -in base Decreto regionale 923 del 12 marzo 2014-  in ‘zona di contenimento’ del cancro colorato del platano (Ceratocystis fimbriata, oggi Ceratocystis platani), a quello dei tigli di viale Carlo del Prete afflitti dalla cosiddetta carie, ai lecci di piazzale Verdi che dopo gli interventi di potatura -in alcuni casi drastica in quanto propedeutica al loro spostamento che poi non si è attuato- stanno bene, fino alle piante dell’Orto Botanico, con la lotta in corso ai funghi noti (in particolare all’armillaria) e l’insorgenza di un nuovo fungo nella collezione di azalee e rododendri.

I platani di piazza Napoleone. Queste piante hanno circa un secolo ed un valore economico stimabile in diverse decine di migliaia di euro per albero, mentre il valore storico, architettonico-paesaggistico e culturale non è possibile stimarlo. I platani di piazza Napoleone, che fanno parte della geografia urbana del centro storico cittadino (in tutto 38 alberi) sono monitorati da prima del 2000. Nel 2005, attraverso le risultanze di un supplemento di indagine, si dà avvio ad una serie di piccole potature di contenimento delle chiome. Su questa stessa linea si muove l’Opera delle Mura all’indomani del proprio insediamento, nel 2012.

Quest’anno, sulla base di un nuovo studio commissionato dall’Opera delle Mura al dottore forestale Claudio Lorenzoni, che traccia uno scenario alquanto critico della situazione attuale, con 10 piante definite pericolose, 20 bisognose di interventi urgenti atti a ridurne il rischio, ovvero ben 30 paragonabili a “pazienti gravi”, l’Opera delle Mura ha deciso in accordo con la Soprintendenza di dare vita proprio in piazza Napoleone ad un laboratorio scientifico che, almeno per 5 anni, avrà il compito di analizzare la condizione di salute di ogni singolo platano e sulla base delle risultanze decidere, caso per caso, la cura. A partire dal prossimo autunno l’équipe sarà al lavoro in piazza Napoleone e si potranno osservare una serie interventi “dendrochirurgici” specifici (consolidamenti, concimazioni,  ecc.) effettuati proprio con lo scopo di contenere le altre malattie che affliggono questi alberi e contemporaneamente adempiere ai disposti dei Decreti regionali di prevenzione e lotta al cancro colorato: questa grave patologia infatti è sottoposta a controllo e monitoraggio dal Servizio Fitosanitaro Regionale e deve essere accertata e certificata. L’Opera delle Mura, in accordo con la Soprintendenza, si avvarrà della  consulenza del Servizio Fitosanitario Regionale, per progettare questo tentativo di cura estremo degli alberi secolari cittadini di piazza Napoleone, senza escludere che, magari fra alcuni anni, si debba comunque procedere alla loro sostituzione.

Lo stesso laboratorio, in base alle risultanze dello studio condotto dai dottori agronomi Paolo Bonuccelli e Stefano Landi sui lecci della Torre Guinigi, si occuperà anche dello stato di salute di queste piante-simbolo della città, che consistono essenzialmente in carenze di tipo nutrizionale.

I tigli di viale Carlo del Prete. Su questi alberi che fanno da ulteriore cornice all’arborato cerchio esiste uno studio del 2005 dell’Università di Firenze- Dipartimento di Selvicoltura urbana. Quando il consiglio dell’Opera delle Mura si è insediato ha dato un incarico a due professionisti esterni, il dottore agronomo Piergiorgio Tambellini e il dottore forestale Claudio Lorenzoni per valutare quali piante, fra quelle già indicate, fosse andata incontro ad una condizione di progressiva degenerazione della malattia, in questo caso specifico la carie, un insieme funghi diversi (circa una quindicina) che attaccano la parte dura della pianta e tendono a svuotarla dal di dentro. Da questo studio è emerso che 60 tigli non garantivano più una condizione ottimale di sicurezza e dunque si è proceduto proprio nelle scorse settimane al taglio per il momento di circa 40 tigli, mentre per gli altri 20 è allo studio un intervento di messa in sicurezza che ne escluda l’abbattimento. Delle piante che sono state tagliate al calcio, molte presentano tutti i sintomi evidenti della carie (tronco semisvuotato e frantumabilità della corteccia), altri invece sembrano intatti: in realtà, come spiegano gli esperti del settore, la carie può attaccare la pianta in diversi punti e in molti tigli i sintomi erano presenti non al livello del tronco, ma un poco più in alto, al cosiddetto castello dove i rami si innestano sul tronco centrale.

Per il futuro si dovranno realizzare nuovi impianti e per questo la città di Lucca è inserita in un capitolo specifico di finanziamento del Praf (Piano regionale agricolo forestale) che dovrebbe assicurare 600mila euro di fondi spalmati sui prossimi 6 anni, da destinare proprio alle Mura e alla circonvallazione.
I lecci di piazzale Verdi. Dopo gli interventi di potatura che dovevano essere propedeutici allo spostamento, almeno di alcuni esemplari e dopo la chiusura definitiva del progetto “Nuovo Anfiteatro” che ha visto la risistemazione in via provvisoria dell’aiuola centrale, le piante del parco della Memoria sono attualmente tutte in buone condizioni di salute. Nei prossimi giorni verranno ulteriormente tutelate, concimate, il tutto ovviamente secondo i tempi dettati dai loro cicli biologici.
Le piante dell’Orto botanico. Prosegue la campagna di monitoraggio sugli alberi  secolari e va avanti la lotta biologica per contenere i funghi dannosi alle piante -in particolare la nota armillaria- attraverso l’innesto di funghi antagonisti.

Si sta ora affrontando l’insorgenza di un nuovo fungo, nella collezione di azalee e rododendri, sotto la direzione di esperti esterni coordinati dalla dottoressa Marina Gandolfo, agronomo esperta nel settore.

Nell'immagine, la diffusione del cancro colorato del platano a Lucca e Capannori

Condividi su:

Seguici su Facebook