Storia delicata quella di un ragazzino del ’98 che alcuni mesi fa è stato sottratto alla famiglia con un’ordinanza del Tribunale di Firenze che lo ha affidato ad una comunità di Capannori, poiché i genitori sono stati giudicati incapaci di crescerlo e di occuparsi di lui.
A causa loro, il minorenne aveva dimostrato segni evidenti di disadattamento ed aveva manifestato anche problemi a scuola.
Da quando però è stato affidato alla comunità , le cose per lui sono migliorate: è più sereno, ha ripreso gli studi ed è anche stato promosso.
Ma i genitori, non l’hanno presa bene e quotidianamente fanno appostamenti all’esterno della struttura che accoglie loro figlio. I due sono di origini napoletane, del ’70 lui e del ’72 lei, residenti a Livorno.
Fuori dai cancelli della comunità passano ore a gridare al minorenne in dialetto partenopeo, esortandolo a fuggire.
Pur di riavere loro figlio i due hanno ripetutamente richiesto l’intervento del 112 denunciando che all’interno della struttura il ragazzino veniva picchiato, malmenate e seviziato. Sempre intervenuti i Carabinieri di Lammari che mai hanno riscontrato quanto segnalato dai due: erano evidenti falsità , inventate per provare a mettere in difficoltà gli operatori della comunità , nella speranza che il figlio venisse riaffidato alla famiglia.
A nulla sono però valse le chiamate dei due che ora si vedono contestati i reati di ingiurie, violazione di ordine restrittivo nei confronti del figlio, minacce, molestie telefoniche alla struttura, procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio per le numeroso chiamate ai Carabinieri che sono sempre intervenuti alle chiamate dei due genitori.
Visti i progressi del minorenne, resterà all'interno della comunità che lo ha aiutato in questi ultimi mesi.